Tosse e infezioni delle prime vie aeree: meglio il miele degli antibiotici
La tradizione consiglia da secoli il miele nel trattamento delle infezioni delle prime vie aeree e finalmente una delle riviste più prestigiose del mondo ha documentato le ragioni scientifiche di questa pratica.
La analisi comparata di oltre 1300 studi, molti dei quali confrontati con placebo, ha consentito di confermare che l’uso del miele come sintomatico nelle infezioni delle prime vie aeree (all’inizio delle classiche malattie invernali) è decisamente più efficace del placebo nel ridurre la severità e la frequenza della tosse.
I risultati sono stati pubblicati in agosto 2020 su BMJ Evidence Based Medicine (Abuelgasim H et al, BMJ Evid Based Med 2020 Aug 18;bmjebm-2020-111336).
Gli autori stessi dell’articolo precisano quanto sia importante evitare il ricorso alla somministrazione di antibiotici ai primi sintomi di raffreddamento. Si tratta di una pratica purtroppo molto diffusa che contribuisce in modo intenso allo sviluppo di antibiotico resistenza.
È ovvio che all’inizio di una forma influenzale con sintomi tipici da raffreddamento è utile valutare con attenzione l’evoluzione dei sintomi e riferirsi al proprio medico in caso di necessità ulteriori. Ma è vero che il miele (io adoro quello di castagno per questo tipo di problemi) ha in genere una azione antibatterica e antivirale naturale che può agire anche come supporto alla guarigione senza alterare gli equilibri intestinali e senza facilitare lo sviluppo di batteri resistenti.
Mi piace ricordare che già nel 2012, uno studio effettuato su oltre 300 bambini e poi pubblicato su Pediatrics ha evidenziato che il miele, usato all’inizio di una forma di raffreddamento, ha una azione documentata (in confronto al placebo) sia sulla intensità dei sintomi e della tosse sia sulla qualità del sonno (Cohen HA et al, Pediatrics. 2012 Sep;130(3):465-71). Il fatto di dormire meglio non fa che aiutare l’organismo a mettere in moto le proprie capacità di difese per velocizzare la guarigione.
C’è un’unica controindicazione all’uso del miele, legata alle situazioni, purtroppo non rare, in cui il bambino o l’adulto siano già infiammati da un eccesso zuccherino. Quando le abitudini alimentari sono squilibrate e l’organismo patisce gli effetti della glicazione, dovuta alla assunzione individualmente eccessiva di glucosio, fruttosio, polioli e alcol, l’azione del miele può risultare sintomaticamente valida, ma in termini generali non utile per l’economia dell’organismo.