Quando il sistema immunitario provoca depressione e obesità
Da quando a metà del 2006 è stato pubblicato su Medical Hypothesis uno dei primi articoli che metteva in correlazione diretta allergia, alterazioni del sistema immunitario, malattie degenerative e cancro, malattie metaboliche (obesità e diabete), disturbi mentali (in particolare la depressione) e disturbi cardiovascolari, sono apparsi su riviste prestigiose numerosi articoli che non fanno che riconfermare questo fenomeno.
Anche in questo altro recente lavoro, pubblicato nell’aprile scorso (Brandacher G, et al., Curr Drug Metab 2007 Apr;8(3):289-95), appare chiaro che l’infiammazione a bassa intensità (quella da intolleranza alimentare ne è un tipico esempio), può determinare una alterata risposta emotiva, in virtù di una serie di passaggi biochimici di notevole importanza.
Alcune citochine infiammatorie, come la IL 6 e la IL 1 e l’IFN gamma, sono attive durante una infiammazione cronica. Quest’ultimo, pure presente nel pool infiammatorio, agisce anche attraverso un particolare enzima, l’indoleamina, e arriva a provocare una degradazione del triptofano.
Ne deriva che lo stimolo immunitario cronico, attraverso l’IFN gamma e poi l’indoleamina, arriva ad interferire decisamente sul tono dell’umore, perchè il triptofano è un aminoacido fondamentale per la regolazione del livello di serotonina nell’organismo.
E è anche già stato dimostrato che la riduzione della serotonina porta a una alterazione del controllo dell’appetito, orientato nell’aumento del senso di ricerca del cibo.
Si rischia tutti di ritrovarsi infiammati, depressi ed obesi quindi, in una sorta di circolo vizioso che è invece controllabile attraverso la riduzione dell’infiammazione (dieta di controllo delle intolleranze alimentari), l’impostazione di una corretta attività fisica, il controllo delle fluttuazioni di insulina attraverso la dieta.