Lupus e malattie autoimmuni: dal cibo il BAFF che le causa
Il BAFF fa parte della famiglia dei TNF e può essere responsabile di tutte le polimorfe sintomatologie spesso riferite a reattività alimentari.
Le malattie autoimmuni sono tra i disturbi più importanti in cui si è sempre sospettata una attivazione immunologica e una componente infiammatoria a bassa intensità che la terapia medica ha sempre cercato di controllare con cortisonici ed immunosoppressori.
Anzichè sopprimere un sintomo dall’esterno, una logica causale vedrebbe più sensata la riduzione degli stimoli infiammatori ed è infatti la strategia che noi usiamo da tempo per il trattamento dell’Artrite reumatoide.
Comprendere il legame tra il BAFF (prodotto dalle cellule immunitarie intestinali ma non solo da quelle) e le patologie autoimmuni è la reale chiave di volta per un trattamento se non causale almeno parzialmente causale.
L’approccio alimentare a queste malattie consente inoltre alla persona malata di sentirsi finalmente di nuovo al centro del processo di guarigione anziché vivere la malattia come un fatto esterno in cui le potenzialità autonome di intervento siano praticamente nulle: percezione vissuta dalla stragrande maggioranza di malati che frequentano i centri di reumatologia o di immunologia.
I lavori scientifici che ne analizzano la funzione si susseguono con una frequenza progressivamente crescente.
Di questi giorni la pubblicazione su Autoimmunity Reviews di un approccio terapeutico tollerogenico (che quindi riduca l’intolleranza e l’allergia) efficace per il Lupus (Mozes E et al, Autoimmun Rev. 2010 Nov;10(1):22-6. Epub 2010 Jul 23). Nel momento in cui si induce la tolleranza è evidente il forte calo del livello di BAFF nell’organismo e il miglioramento dei sintomi, a testimoniare che la sua presenza svolge un ruolo determinante nello sviluppo e nel mantenimento della malattia.
Chi conosce il BAFF sa che cresce quando ci si nutre di alimenti verso cui esista una allergia ritardata, e cala invece quando si induce tolleranza alimentare.
Abbiamo quindi a disposizione gli strumenti per agire se solo volessimo ragionare sulle cause ambientali di una disturbo e sulle sue interazioni con l’essere umano, anziché pensare solo ai farmaci sintomatici che devono essere usati.