Falsità sulla aviaria: perché qualcuno vuole panico ingiustificato?
Nella notizia pubblicata ieri esprimevamo qualche dubbio sulla realtà dei numeri presentati per via mediatica da stampa e televisione. Oggi ne abbiamo ulteriore conferma.
Si sta creando una situazione paradossale, che letta in un altro contesto potrebbe fare anche sorridere. Su tutte le testate giornalistiche sono apparsi contrasti come quello che vi facciamo gustare ora , apparso sulla testata online di Repubblica.
Da un lato, e assolutamente in contemporanea, la notizia bomba in prima pagina su 14 casi di infezione (clicca qui), mentre in piccolo, in un angolino del giornale, la notizia secondo cui la Organizzazione Mondiale della Sanità NON CONFERMAVA i dati virologici di infezione (clicca qui).
Tutte le testate giornalistiche hanno avuto comportamenti analoghi, e Repubblica è solo uno degli esempi possibili.
Perchè doppie notizie così evidenti, e quale è la verità?
Ci troviamo di fronte ad una situazione di gestione che poco ha a che vedere con la realtà sanitaria, e che si scontra invece con interessi enormi di tipo commerciale ed economico. Ne è testimonianza la discussione dai toni molto aspri tra l’attuale ministro Storace e l’ex ministro Sirchia, riportata in dettaglio da “DoctorNews” di oggi 10 gennaio 2006.
I due ministri si sono accapigliati a parole sulla necessità di fare molto di più, in senso farmacologico, e promuovendo azioni di limitazione, contribuendo a scatenare delle reazioni che sono in palese antitesi con la segnalazione della Organizzazione Mondiale della Sanità. Perchè?
E’ sorprendente, ma per la prima volta durante una possibile epidemia virale (che viene costantemente monitorata e seguita al sito della WHO) la relazione del giorno 9 gennaio prende atto, è vero, della comunicazione solo dei laboratori Turchi, della presenza di casi di malattia dei polli in esseri umani, ma la relazione è insolitamente lunga, dettagliata e piena di “distinguo”.
Insomma, i responsabili della WHO non possono criticare apertamente l’operato di un sistema sanitario nazionale, ma rilanciano dicendo che comunque servono delle controanalisi fatte da laboratori indipendenti, e che prima di inserire i dati dei malati nel loro elenco (di solito aggiornato in tempo reale) si aspetteranno gli esiti di queste ulteriori analisi svolte in altre sedi.
Il tutto è detto in modo molto diplomatico, specificando che certo i turchi hanno ottimi laboratori, ma che insomma forse è meglio avere un po’ di attenzione in più.
Non sappiamo perchè. Sappiamo con certezza che solo all’interno di una situazione di panico generalizzato potranno essere somministrati alla popolazione farmaci inutili come quelli già previsti, e ipotizzate vaccinazioni sperimentali come quelle, lo ricordiamo prenotate dal Ministero per la Salute fin da ottobre scorso, e che riguardavano 35.000.000 di dosi di un vaccino mai prodotto e mai esistito, e che indubbiamente meriterà una prova su larga scala, ottenibile solo da una condizione di emergenza. Che sia creata o reale non aspettiamoci di sentirlo dal Telegiornale!
Altri dubbi riguardano ancora temi politici come l’ingresso della Turchia nella UE, il mercato della carne che deve riaffermarsi su quello del pollo, e via dicendo, ma per ora ci limitiamo alla sola lettura dei dati sanitari.
A proposito di questi, vale la pena segnalare che i dati (solo turchi) di infezione, riguardano comunque sempre e solo una infezione da virus del pollo assolutamente non mutato verso un nuovo tipo di virus.
Si presenta cioè una situazione assolutamente identica a quella indonesiana, con una variante in più: via via che crescono i numeri di casi (ipotetici) appare scemare di molto la pericolosità della malattia stessa. Mentre fino ad oggi tra persone infette e numero di decessi c’era una certa percentuale di riferimento, oggi che il numero di infettati cresce velocemente (sempre secondo i laboratori turchi) non altrettanto rapidamente cresce il numero dei decessi.
Volendo sorridere potremmo dire che il clima occidentale fa bene a questo virus, che diventa più buono, ma non è il caso di scherzare. Sappiamo che probabilmente abbiamo due virus in circolazione: uno è quello “dei polli” noto da anni, che si comporta esattamente come sempre, e l’altro è il virus “dei commercianti sanitari” che è purtroppo molto più potente e mortifero e per il quale davvero non esiste vaccinazione.
L’unico mezzo di difesa è cercare di analizzare le notizie con spirito critico e valutare quello che avviene sapendo bilanciare le fonti delle notizie e confrontandole con i siti di riferimento che abbiamo suggerito.