Osteoporosi

Sinonimi: Decalcificazione, Osteomalacia, Osteopenia
di Attilio Speciani - Allergologo e Immunologo Clinico

Il dibattito sull’osteoporosi è oggi stimolato in modo particolare dai dubbi e sulle perplessità legati alla diagnosi e alla definizione stessa di osteoporosi.  Il concetto generale è abbastanza chiaro ed è correlato alla possibile “debolezza” dell’osso che potrebbe quindi essere maggiormente esposto al rischio di frattura in caso di trauma.

Si usa il condizionale perché la diagnosi viene effettuata attraverso un sistema di misurazione della durezza dell’osso (MOC o Mineralometria Ossea Computerizzata) che definisce il contenuto minerale dell’osso (BMD espresso in grammi per centimetro quadrato di superficie proiettata) in modo estremamente preciso.

Uomini e donne, intorno ai 20-25 anni, hanno la stessa densità ossea. Poi l’età induce una riduzione fisiologica e naturale sia per l’uomo sia per la donna, che nella donna si accentua in modo più specifico dopo la menopausa, senza che questo rappresenti una malattia. Donne e uomini sani, a 80 anni, hanno l’osso meno duro (e probabilmente più flessibile) di una giovane ventenne.

La causa del dibattito è il livello di riferimento della normalità. In Italia e in alcuni paesi del mondo (non ad esempio in Svezia e Turchia), vengono usati parametri di riferimento che confrontano la donna ad esempio di 65 anni con il giovane paracadutista della Folgore di anni 20, usando il T-score del ventenne come parametro di normalità, anziché lo Z-score che indica il dato di contenuto minerale osseo della donna sana di 65 anni.

Questo porta oggi a creare paure e preoccupazioni in soggetti che invece sono assolutamente e fisiologicamente sani e a instillare un senso di incertezza e di confusione in chi riceve diagnosi che sono solo numeriche e che non hanno un riscontro nella realtà clinica.

L’osteoporosi è un problema serio e importante e che va trattato con decisione quando si manifesta e prevenuto con la stessa cura e attenzione. Definire però malati uomini o donne che hanno valori fisiologici della densità ossea regolari è scorretto e porta a spese sociali e personali tanto elevate quanto a volte inutili.

Va ricordato che la decalcificazione non è solo un problema della Menopausa, ma può dipendere, anche nel giovane, da una scorretta alimentazione, da altre malattie o dall’immobilità, intesa sia nel senso di un blocco obbligato (come durante una ingessatura), sia nel senso della scarsa attività fisica e dell’assenza di esercizio (come avviene per esempio nelle persone in sovrappeso che svolgono una vita sedentaria).

 Sintomi

L’osteoporosi (o l’osteopenia) non inducono sintomi specifici e acuti, anche se una volta superato il livello di attenzione e quando si manifestano non solo eventuali fratture ma anche fenomeni articolari di dolore e di riduzione della mobilità, un trattamento che supporti la ricostruzione e il consolidamento dell’osso possono essere utili.

Spesso però accade che grazie ad una diagnosi “eccessiva” vengano considerati dolori da osteoporosi dei semplici dolori infiammatori dovuti magari a immobilità, infiammazione da cibo, farmaci come ad esempio i protettori gastrici o carenza di Vitamina D.

L’osteoporosi non è solo indicazione di una facilità maggiore alla frattura ma segnala ed evidenzia una condizione generale dell’organismo che porta a una maggiore difficoltà nella riparazione dell’osso se questo dovesse fratturarsi. 

 Cause

Assenza di movimento, scorretta alimentazione e inadeguato apporto di minerali e vitamine (in particolare la vitamina D) sono tra le cause più rilevanti dell’osteoporosi.

La maggiore frequenza di osteoporosi nelle donne dipende anche dalla ridotta produzione di ormoni sessuali (estrogeni in particolare) che contribuiscono in modo sostanziale al mantenimento della durezza dell’osso.

L’età, come si è detto, è sicuramente una concausa che va interpretata però nel rispetto della fisiologia dell’essere umano. Una donna di 70 anni (da 20 magari con un ridotto apporto di estrogeni) ha sicuramente un calo della durezza ossea, ma il calo può essere eccessivo (come nelle vere osteoporosi) o del tutto naturale e valutabile con la MOC avendo come riferimento lo Z-score (delle donne sane della stessa età) anziché il T-score che è l’indice di riferimento dei ventenni.

Una donna di 70 anni con Z-score inferiore alle 2,5 deviazioni standard (leggibile come -2,5) è osteoporotica e va trattata. Una donna che abbia uno Z-score di -1 o di +1 rispetto alla media delle donne sane, anche se avesse -3 rispetto al ventenne non va trattata.

L’infiammazione da cibo e la produzione di BAFF sono tra gli elementi che possono stimolare l’attivazione degli osteoclasti, cioè di quelle cellule che “sciolgono” l’osso anziché rafforzarlo, come descritto e pubblicato su Bone già nel 2011 da un gruppo di ricercatori dell’Università inglese di Oxford (Hemingway F et al, Bone. 2011 Apr 1;48(4):938-44. doi: 10.1016/j.bone.2010.12.023. Epub 2010 Dec 28). 

 Trattamento

Lo schema preferito

Lo schema nutrizionale più adatto è quello che controlla l’infiammazione indotta dal cibo (definita dalla analisi di BAFF e PAF attraverso Recaller o BioMarkers) e dal controllo degli alimenti definiti dal Profilo Alimentare Individuale. Di solito uno schema che lasci metà settimana di libertà e metà settimana di controllo è quello preferito sia per gli effetti ottenuti sia per la ampia libertà fruibile nel piano nutrizionale della settimana. 

Obbligatorio il corretto bilanciamento in ogni piatto di carboidrati e proteine in modo da mantenere il miglior stimolo metabolico e la migliore azione di supporto ormonale indotta dall’alimentazione. 

Minerali e vitamina sono indicati. Noi suggeriamo sempre un multiminerale (ad esempio Oximix Multi +, 1 capsula al giorno a lungo) e un apporto adeguato di Vitamina D3 (1000 UI al dì e 2000 UI nei mesi invernali o privi di luce). Di solito se la Vitamina D3 è in equilibrio sospendiamo la somministrazione durante i mesi estivi.

L’uso del Calcio è tra gli approcci terapeutici attualmente più controversi. Si vive in un’epoca in cui il Calcio (inteso come elemento chimico) è tra i più introdotti nell’organismo in modo più o meno consapevole e da tempo si sa che i suoi effetti sulla salute ossea non sono solo positivi.

Nei rari casi di carenza vera (malnutrizione e malassorbimento) il Calcio è necessario, in tutti gli altri casi può essere dannoso. Semmai, quando è necessaria una integrazione di supporto si ricorre alla utilizzazione di Silicio e di Magnesio.

In molti casi l’uso dei fitoestrogeni che possono accompagnare gli anni successivi alla menopausa è benvenuto e in genere migliora tutti gli aspetti legati alla salute di ossa e articolazioni.

 Dieta

Come indicato nel paragrafo sul trattamento, lo schema alimentare più utle è quello che mantiene un controllo dei picchi insulinici attraverso il corretto bilanciamento di carboidrati (integrali) e proteine e il controllo delle reazioni infiammatorie alimentari nel rispetto del profilo alimentare individuale (Recaller o BioMarkers).

È utile conoscere come Fosforo, Calcio e Magnesio (i minerali che compongono l’osso) siano distribuiti nel cibo, ricordando però che le nazioni in cui maggiornente sono diffusi i prodotti lattiero caseari sono in realtà le nazioni con la più alta incidenza di osteoporosi e che quindi non necessariamente chi ha l’osso debole deve buttarsi su latte e formaggio indiscriminatamente. Il profilo alimentare individuale guida la scelta più adeguata sul piano personale. 

Il fosforo si ritrova nella carne, nel pesce, nel pollo, nelle uova, nei latticini e nella frutta secca. Il calcio si trova nel latte, nello yogurt, nel formaggio, nel pesce e nei semi, in particolare in quelli di sesamo: va saputo che alcuni tipi di cibo (come gli spinaci, il pane bianco in eccesso e il cioccolato) assunti assieme a prodotti contenenti calcio lo fanno precipitare, rendendolo quindi inutilizzabile per l’organismo. Il magnesio si ritrova nelle verdure a foglia larga e verdi in particolare, ma una buona fonte ne è anche il lievito di birra; in questi cibi si trova anche vitamina E, presente inoltre nell’olio extravergine di oliva e nell’olio di germe di grano.

La vitamina D è presente naturalmente nel pesce, nell’olio di fegato di merluzzo e nel tuorlo d’uovo, ma va attivata dall’esposizione del corpo al sole, perché senza l’azione del sole questa preziosissima vitamina serve a ben poco. L’uso di Vitamina D3 rende oggi possibile l’integrazione diretta con il metabolita già attivo. 

Va assolutamente ricordato che l’assorbimento del calcio e dei minerali implicati nel mantenimento del metabolismo delle ossa è dipendente anche dalle condizioni intestinali. Quando per esempio vi sia un malassorbimento per carenze enzimatiche, vi sia una sensibilità al glutine non celiaca, o una evidente infiammazione da cibo, l’intestino non è in grado di assorbire efficacemente i minerali necessari.

Nell’esperienza clinica è capitato di poter vedere le osteoporosi più rilevanti in soggetti che mangiavano grandi quantità di latticini e di latte (e che avevano quindi un grande apporto di calcio alimentare) ma che erano infiammati e reattivi alle proteine del latte, e quindi non riuscivano ad assorbirlo a sufficienza.

È quindi importante conoscere il proprio profilo alimentare per capire quale deve essere l’impostazione nutrizionale individualmente più efficace da seguire.

 Omeopatia

Nella tradizione omeopatica, sono riportati come utili per migliorare la densità osseea medicinali omeopatici di fondo come Calcarea carbonica e Silicea utilizzabili a diluizioni medio alte (30 CH) per periodi prolungati. 

 Fitoterapia

L’apporto di fitoterapici ad azione antinfiammatoria naturale può essere di notevole supporto quando all’osteoporosi si affianchino disturbi di tipo articolare o muscolare.

In questo caso l’uso di olio di Perilla (bilanciata con l’olio di Ribes nero nella Ribilla, di cui usare 4 capsule al giorno per il periodo necessario) o di Curcuma sono tra i migliori supporti utilizzabili

Un infuso di Salvia officinalis, pianta indicata in Menopausa per la sua azione di riequilibrio ormonale è sicuramente da usare in modo più frequente di altri infusi. L’infuso va preparato con 3 prese per 10 minuti in mezzo litro d’acqua.

 Oligoelementi

Quando si sospetti un possibile squilibrio della fissazione minerale indotta da metalli pesanti è sempre importante effettuare un Mineralogramma. Questo anche perché talvolta si è tentati di somministrare Calcio in organismi che spesso sono invece già sovraccarichi di Calcio che non sanno utilizzare.

In genere, infatti, è più facile che siano da utilizzare ad esempio delle miscele complete di minerali oxiprolinati come quella contenuta in un prodotto come Oximix Multi+ di cui utilizzare 1 capsula al mattino durante la prima colazione per garantire la assunzione di tutti i  minerali (come Zinco, Rame, Selenio eccetera) indispensabili alla fissazione di Calcio, Magnesio e Fosforo.

 Altro

La buona notizia per prevenire l’indebolimento della struttura ossea è che uno stile di vita attivo e salutare affiancato da scelte alimentari adeguate produce effetti benefici anche nella prevenzione di altre malattie croniche come il cancro, il diabete e l’obesità.  I punti cardinali della prevenzione sono legati a:

Il bilanciamento corretto di proteine e carboidrati in ogni pasto determina uno stimolo ormonale anabolico, aiuta cioè ogni organismo a costruire muscolo e osso in contemporanea.

Il Profilo Alimentare Individuale, studiato con test come BioMarkers o Recaller, è in grado di guidare le scelte alimentari che riducano i livelli di BAFF e PAF e controllino l’infiammazione da cibo attraverso una alimentazione varia e piacevole.

 Sintomi

 Cause

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 Dieta

 Omeopatia

 Fitoterapia

 Oligoelementi

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