La sofferenza di una mamma per un bambino (forse) sano
Ma crediamo che raccontarla, alterando le date e i luoghi per garanzia della privacy sia utile per una riflessione da parte di tutti.
Oggi la bambina ha 20 mesi, ma poco prima dell’anno di età facendo un ecocardiogramma casuale di controllo si evidenzia una miocardiopatia dilatativa. Questo avviene senza alcun segno oggettivo (a detta della mamma) che riferisce il parere del pediatra che mai ha avuto modo di riscontrare segni di malattia.Quindi a quel punto la bambina è sana, ma viene ugualmente praticato un cateterismo cardiaco (pratica utile ma non priva di rischi) che evidenzia una positività dubbia per la miocardite.
A quel punto inizia una lunga terapia a base di cortisonici e di ciclosporina (terapia per altro ancora non del tutto accettata soprattutto nei bambini, vista la elevata possibilità di comparsa di linfomi in seguito al suo impiego). Con la bimba che continua a stare bene, la mamma a quel punto chiede lumi al cardiologo, ma le risposte sono vaghe, e lei è sofferente per questa aleatorietà che la circonda.
Da qui nasce la richiesta di un possibile intervento omeopatico, cui rispondiamo consapevoli che non l’omeopatia, ma forse semplicemente il buon senso potrebbe essere l’arma vincente.
Gentilissima signora,
alcuni spunti del suo racconto ci lasciano perplessi; ad esempio non capiamo a cosa serve una ecocardiografia “casuale” in un bambino di nemmeno un anno, purtuttavia ci rendiamo conto del suo disagio.La miocardiopatia dilatativa è una patologia potenzialmente grave, che potrebbe portare anche alla necessità di un trapianto di cuore, e le terapie sia classiche, sia non convenzionali, e comunque sempre integrate tra loro, non sempre funzionano.
Se facciamo riferimento alla nostra casistica, anche lavorando con rimedi omeopatici o con integrazione minerale e vitaminica, o con particolari atteggiamenti dietetici, abbiamo avuto sia dei miglioramenti sensibili, con la possibiltà di ridurre i farmaci di sostegno utilizzati, sia delle verosimili “guarigioni” nella misura in cui Frazione di Eiezione e volumi cardiaci tornavano nella norma; in molti altri casi però la patologia è invece evoluta a dispetto di terapie e sostegni diversi.Quindi non è certo l’Omeopata da solo (magari in antitesi col cardiologo) che le può risolvere il problema, ma neanche un Cardiologo che non le abbia spiegato il senso di questa malattia inserita nel quadro singolo, emotivo e fisico della sua bambina.
Se la sua bambina non ha mai (?) avuto un segnale patologico di nessun tipo, non è umanamente accettabile che lei e suo marito non abbiate passato due ore insieme al cardiologo (chiedendo se necessario una consulenza specifica) per capire quali sono le statistiche sulla malattia, le cose cattive, ma anche le cose buone che esistono.
Proprio in questi giorni ad esempio è stato pubblicato un lavoro di Wu, Fuller, Hughes e Chambers (Circulation 2001 Jun 12;103(23):2867) in cui sono descritte le possibili cause della malattia anche se rare. È certo ad esempio che esista una forma di miocardiopatia dilatativa sensibile semplicemente al reintegro di alcuni sali minerali (il selenio in particolare), e questa sindrome detta di Keshan è assolutamente indistinguibile dalle altre forme se non per il fatto che dando selenio e vitamina E la persona guarisce completamente.
Ora, questo tipo di problema va discusso con chi si prende la responsabilità di seguire un caso come quello di sua figlia e di stabilire, e lo deve fare in accordo con i genitori, il rapporto costo/beneficio tra l’uso di ciclosporina (farmaco potente, ma dai molteplici effetti collaterali) e la ricerca di forme alternative di terapia.Ma non è l’unica strada percorribile: un’altra ricerca scientifica mette in connessione la possibile diatazione cardiaca semplicemente con l’insulinoresistenza (vedi articolo), e questo significa che il tipo di dieta utilizzata potrebbe efficacemente contribuire a modificare questo aspetto.
Questo significa che una interferenza positiva sulla funzione cardiaca può semplicemente derivare da una dieta che tenga controllato l’aspetto della sensibilità insulinica. Ora noi crediamo che lei abbia da confrontarsi con questi dati, visto che la scelta delle terapie attuali e future per sua figlia, non ancora maggiorenne, dovrà farle lei con l’aiuto di suo marito.
Sicuramente lei può trarre vantaggio da una considerazione più ampia della storia di sua figlia, ma questo deve essere fatto senza conflitti, e in modo equilibrato.Sappia valutare se dietro al cardiologo o dietro all’omeopata si nasconde una persona che vuole solo difendere dei principi ideologici anzichè occuparsi della salute di sua figlia.
Quando si tratta di questi temi, dove la certezza non esiste, è necessario che entrambi gli specialisti si “sporchino un poco le mani” smettendo di essere “medici puri” e entrando in contatto con la pratica e con la concretezza dell’esistenza.