La rivincita delle mani sporche
In barba a tutte le mamme che puliscono cento volte le manine dei loro bambini, un gruppo di scienziati anglosassoni ha scoperto che un tipo innocuo di batteri, presenti nella comune terra, per mezzo del sistema immunitario può arrivare ad agire sul cervello allo stesso modo di un antidepressivo.
Questo tipo di batteri-amici scoperti dai ricercatori della Bristol University e del University College of London sarebbero, infatti, capaci di attivare le cellule cerebrali capaci di produrre la serotonina: «Questo studio» spiega il Dott. Chris Lowry «ci aiuta a capire come il corpo comunichi con il cervello e perché un sistema immunitario sano sia fondamentale per mantenere la salute mentale, ma ci porta anche a chiederci se non dovremmo forse passare più tempo a giocare con la terra». (Lowry CA et al, Neuroscience 2007 Mar 14; [Epub ahead of print])
Tutto è nato quando agli studiosi inglesi arrivò la notizia che alcuni malati di cancro trattati con il Mycobacterium vaccae, avevano migliorato notevolmente la qualità della loro vita. I ricercatori pensarono subito che il risultato potesse essere correlato al rilascio di una maggiore quantità di serotonina. Al di là delle sue proprietà farmacologiche, infatti, la serotonina ha una importante azione sul sistema circolatorio, trasmette i messaggi tra le cellule immunitarie e il sistema nervoso centrale, regola le secrezioni dei succhi gastrici, aiuta il controllo del transito intestinale del cibo e della sua introduzione e possiede anche molte altre funzioni. Un vero toccasana. E non solo per chi vede tutto nero.
Ogni parte del corpo, però, necessita di un livello differente di serotonina: nel cervello, ad esempio, c’è l’ipotalamo che ne richiede molta, mentre la corteccia si accontenta di una dose minima. L’uso degli antidepressivi può aiutare a riequilibrare gli eventuali scompensi. La cosa curiosa è che, quasi tutti gli antidepressivi più recenti tendono a inibire le sostanze che bloccano la serotonina, e con una specie di “doppia negazione” ne favoriscono l’accumulo graduale. I batteri del terreno, quelli di cui si parla nello studio pubblicato sulla rivista medica Neuroscience invece, attraverso il contatto con cellule del sistema immunitario, riescono a scatenarne un immediato rilascio. Con sorprendente rapidità e semplicità.
Lo prendiamo come un invito autorevole a tornare a toccare la terra. Mani pulite, sì, ma senza esagerare…