Diete, pro e contro: la dieta South Beach
Da qualche settimana, ogni venerdì Eurosalus si concentra sull’analisi di vantaggi e svantaggi dei diversi metodi dietetici. L’appuntamento di oggi è con la dieta di South Beach, elaborata in anni recenti dal cardiologo americano Arthur Agatston, noto per le sue ricerche nel campo della calcificazione coronarica.
La dieta ha avuto una certa diffusione in USA nel ’99 grazie ad un programma televisivo di una TV di Miami, che seguì nel tempo i progressi di alcuni volontari sottoposti alla dieta.
La dieta si divide in due fasi. La prima, della durata di 15 gg, promette un calo di 4-6 kg. In questa fase vengono drasticamente proibiti tutti i carboidrati, da qualunque fonte provengano. Ciò significa che vengono vietati non solo pane, pasta, riso e legumi, ma anche frutta e verdura freschi o cotti.
Nella fase due, invece, i carboidrati vengono gradualmente reintrodotti, con una certa attenzione nel privilegiare quelli a più basso indice glicemico.
La dieta orienta, come molte ormai, al consumo di cibi a basso indice glicemico, intervenendo sui meccanismi di ingrassamento legati all’eccesso di produzione di insulina. La resistenza insulinica è uno dei fattori di rischio più importanti dal punto di vista cardiovascolare e quindi non deve stupire che un famoso cardiologo concentri la sua attenzione su questi temi.
Al di là di questo, tuttavia, non sembra dare molte altre indicazioni su elementi collaterali importanti (quantità di fibra, salubrità del cibo, uso di margarina, conservanti/edulcoranti ecc.). L’autore confessa di fare uso di “ben poche medicine”. Ogni giorno solo un’aspirina e una statina…
Numerosi sono gli svantaggi dal punto di vista della salute. In primo luogo (se fosse vero) la perdita di 6 kg in due settimane è un valore molto elevato, che può mettere a rischio la salute di chi la segua. C’è una grande differenza tra perdere peso e dimagrire. Dimagrire vuol dire ridurre la massa grassa conservando la massa muscolare. Una perdta di peso così rapida spesso si basa sulla perdita di liquidi e sulla perdita di tessuto muscolare lasciando quasi inalterata la massa grassa.
Più importante ancora, però, è il divieto assoluto per 15 giorni dell’assunzione di carboidrati di qualunque tipo. Il metabolismo di chi segua rigorosamente la dieta, infatti, viene a essere così completamente alterato, e il corpo si trova a usare aminoacidi come fonte energetica, con gravi rischi di intossicazione renale e di innalzamento dei valori transaminasici per liberarsi dei residui azotati prodotti. Il corpo umano si è evoluto per utilizzare in abbinamento carboidrati, proteine e grassi, il divieto di utilizzare qualunque fonte di carboidrati inevitabilmente comporta un deragliamento metabolico che rischia di essere controproducente nel lungo periodo.
Per non parlare delle carenze vitaminiche e di fibra che possono essere indotte in chi rifiuta frutta e verdura per 15 giorni consecutivi! Per essere una dieta studiata da un noto cardiologo, forse ci si poteva aspettare qualcosa di più: la salute del sistema cardiovascolare passa anche attraverso il corretto apporto di microelementi fondamentali contenuti in frutta e verdura e nei cereali integrali.
D’altra parte, che l’intento fosse più commerciale che scientifico, lo si poteva dedurre dalla grande scritta “pancia piatta da subito” che campeggia sulla copertina dell’edizione italiana del libro.