Rallentare l’invecchiamento controllando l’infiammazione
Durante il lockdown italiano, sullo stesso numero del Journal of Allergy and Clinical Immunology, nel mese di maggio 2020, sono stati pubblicati ben due articoli sul controllo dell’invecchiamento, riconoscendo come causa dello stesso i fenomeni infiammatori a bassa intensità.
Il termine inglese “inflammaging” caratterizza esattamente gli aspetti infiammatori, dovuti a cause ben definite, che possono provocare invecchiamento e alterazione del sistema immunitario.
Il primo articolo, redatto da ricercatori dello University College di Londra, descrive, tra le diverse cause di infiammazione a bassa intensità, infezioni virali croniche, aumento del grasso viscerale, aumento della permeabilità intestinale, aumento dei residui cellulari dovuti a danno infiammatorio o ischemico, mancanza di risoluzione infiammatoria per inefficienza del sistema immunitario e aumento del numero di cellule senescenti (Chambers ES et al, J Allergy Clin Immunol. 2020 May;145(5):1323-1331. doi: 10.1016/j.jaci.2020.03.016).
Il secondo articolo, invece, descrive l’invecchiamento come una vera e propria malattia infiammatoria e suggerisce una serie di possibili strategie di controllo attraverso il controllo della infiammazione stessa (Pawelec G. J Allergy Clin Immunol. 2020 May;145(5):1355-1356).
Significa, in pratica, che riuscendo a controllare l’infiammazione persistente, si può ridurre la velocità di invecchiamento e contribuire al controllo di numerose malattie.
Questo riporta al pensiero una precedente dettagliatissima ricerca, pubblicata su Nature Reviews Endocrinology, frutto della collaborazione tra l’Università di Bologna e il Karolinska Institutet di Stoccolma, che già nel 2018 richiamava il vasto numero di malattie correlabili alla infiammazione a bassa intensità e all’invecchiamento che ne deriva (Franceschi C et al, Nat Rev Endocrinol. 2018 Oct;14(10):576-590. doi: 10.1038/s41574-018-0059-4).
Per mettere in atto le migliori strategie difensive è necessario misurare il livello di infiammazione esistente, predisporre le procedure che la possono controllare e valutare la condizione di invecchiamento cellulare attraverso la lettura dei telomeri (BioAge Test).
I telomeri sono sequenze di DNA che permettono di capire quanto si mantengono giovani le cellule e per questo vengono considerati un orologio biologico. In particolare, i telomeri proteggono le estremità dei cromosomi che, con il passare del tempo, si accorciano per effetto dell’invecchiamento e dell’ossidazione.
L’accorciamento è un processo fisiologico e del tutto naturale. Tuttavia, la sua accelerazione può rivelarsi un segnale, sia di invecchiamento precoce sia della possibile insorgenza di malattie.
Quando si rallenta l’accorciamento dei telomeri, si aiutano le cellule e l’intero organismo a rimanere più giovani, a sostegno di un miglior stato di salute.
Si evidenziano due possibili domande:
- Come misurare i telomeri
- Come controllare il livello di infiammazione
Il nostro gruppo di ricerca studia da tempo i processi infiammatori da alimenti e da zuccheri e gli effetti di questi ultimi sull’invecchiamento. Comprendere oggi l’infiammazione correlata agli alimenti o agli zuccheri (glicazione) può diventare strumento potente per il mantenimento del benessere e per il controllo di numerose malattie.
L’elenco di nutraceutici e integratori che possono supportare l’azione di controllo della velocità di invecchiamento cellulare sono abbastanza numerosi:
- Palmitoiletanolamide PEA
- Coenzima Q10
- Cromo
- Inositolo
- Manganese
- Zinco
- Rame
- Vitamina D3
e a questi si affiancano sicuramente abitudini “sane” come l’impegno a praticare attività fisica, e pratiche salutari come il digiuno breve che svolge una importante azione antinfiammatoria oltre alla sua azione di riduzione del grasso viscerale.
La misurazione dei telomeri è solo uno degli strumenti che si usano per rallentare la velocità di invecchiamento. Nel nostro centro sappiamo che i percorsi terapeutici che mettiamo in atto per curare le più diffuse patologie, mirano sempre al controllo dell’infiammazione e al ripristino di un rapporto fisiologico con il cibo e portano tutti al recupero di una condizione di benessere generale, alla riduzione dei livelli di citochine infiammatorie (che siano da zuccheri o da alimenti) e alla fine anche al rallentamento della velocità di accorciamento dei telomeri.
Non si creda che si possa aiutare una persona a tornare indietro negli anni. Si può rallentare la velocità dei processi di invecchiamento, recuperando salute e benessere e aiutando le persone a vivere meglio, e talvolta molto meglio, gli anni ancora a disposizione.
Se si pensa agli effetti dei danni da zuccheri (glicazione), evidenziabili con il test PerMé e con il Glyco Test, il fatto di intercettare il diabete prima che si sviluppi e che siano evidenti le sue caratteristiche specifiche consente (nella fascia di età tra i 50 e i 60 anni) un guadagno di vita che viene stimato tra gli 8 e i 13 anni di vita qualitativamente valida in più…
“Invecchiare”, come dice Richard Gere citando un maestro Yogy, “non è spiacevole. È un privilegio concesso a pochi”.
Oggi, attraverso la comprensione scientifica dei meccanismi che facilitano l’invecchiamento e la possibilità di controllarli, dare una mano efficace alle proprie caratteristiche genetiche è diventato possibile.