Sopravvivere all’inquinamento: scelte e integratori che salvano
Molti pensano all’inquinamento come a un lento avvelenamento, di cui dovranno occuparsi le generazioni future.
Nulla di più autolesionistico, perché le polveri sottili (pm10) sono in grado di determinare in poco tempo gravi disagi a livello respiratorio, e le polveri ultrasottili (pm 2,5 e pm 1), non ancora del tutto regolate a livello ambientale, generano un danno a livello circolatorio e cardiaco praticamente immediato.
Il rischio infarto, per uomini e donne, è quindi legato anche al fatto che il livello di riscaldamento tenuto dal vicino di casa non è più un problema solo suo. Ogni azione inquinante si riversa sul mondo, e dobbiamo fare in modo di non vivere al limite, dove le nostre capacità di adattamento e di detossificazione sono già al massimo dell’impegno possibile.
Questo lavoro scientifico risale ancora al 2007, quando ricercatori scozzesi e svedesi l’hanno pubblicato sul New England Journal of Medicine (Mills NL et al, N Engl J Med 2007 Sep 13;357(11):1075-82), dimostrando che persone già ammalate di cuore, con storia di precedente infarto cardiaco, esponendosi ai gas di scarico hanno evidenziato immediatamente un aumento dell’ischemia cardiaca, ottenibile anche a livelli bassi di esposizione e perfettamente valutabile all’elettro cardio gramma.
Poi c’è il mal di testa da traffico, una forma pesante di emicrania che non è dovuto alla coda in autostrada, ma all’effetto del particolato e delle polveri sottili rilasciati dai gas di scarico delle autovetture.
Si tratta di una acquisizione nota da qualche anno, da quando cioè una squadra di scienziati olandesi ha pubblicato su Particle and Fibre Toxicology una ricerca condotta su volontari che hanno respirato per un’ora i gas di scarico, scoprendo che oltre al danneggiamento dell’apparato respiratorio e circolatorio può comparire un feroce mal di testa in grado di alterare le funzioni cerebrali (Cruts B, et al. Part Fibre Toxicol 2008 Mar 11;5(1):4 [Epub ahead of print]) verificando il dato attraverso misurazioni seriate dell’ Elettro Encefalogramma.
L’elemento preoccupante è che questo effetto persiste anche mezz’ora dopo essersi allontanati dalla fonte inquinante, e si pensa che questo possa interferire con le normali funzioni cerebrali e con il processo di acquisizione delle informazioni e con i processi della memoria.
Si sa da tempo che il cervello reagisce agli stimoli olfattivi in modo immediato, il punto è che in questo caso, non solo si tratta di una risposta negativa, ma anche prolungata nel tempo. Il che equivale a dire, tra le altre cose, che serve poco abitare in campagna se si respira l’aria inquinata per la maggior parte della giornata in città, magari contribuendo con il proprio autoveicolo a peggiorare la situazione.
Tutti sappiamo che l’inquinamento genera effetti reattivi a livello respiratorio, fortunatamente ben controllabili, ma pochi pensano alla “congiuntivite da traffico“, situazione in cui gli occhi piangono durante tutto l’inverno non certo per ipotetici inesistenti batteri o virus ma per l’azione irritante degli inquinanti.
La congiuntivite da inquinamento o da traffico è un problema severo, e una opportunità per riflettere.
La vista è difficile, ma non impossibile, quindi ci si sente anche un po’ stupidi se non si continua a lavorare, così il disagio cresce. Il cortisone e gli antistaminici negli occhi non riescono a fare granché, perché si tratta di un problema allergo tossico, e se quindi si riesce a ridurre un po’ l’infiammazione, la parte tossicologica resta attiva e determina la continuità nell’irritazione.
Vanno usati rimedi disintossicanti, come Inositolo (almeno 2 grammi al giorno di Inositox) e antiossidanti solforati, oltre a potenti antinfiammatori naturali come Zerotox Ribilla e Quercitina complex.
Localmente si può usare un collirio come Euphralia che aiuti a tenere gli occhi in equilibrio, usando tutte le possibili arti per mangiare in modo qualitativamente corretto, con il suggerimento di usare sempre frutta e verdura cruda prima di qualsiasi pasto, indicazione che rimane valida ed efficace anche per aiutarsi ad uscire da questo problema.
Oltre all’inositolo appena citato, la più importante azione di controllo dell’inquinamento arriva grazie all’azione delle crucifere (che la natura ci consente di avere naturalmente nella stagione autunno/inverno), piante alimentari di particolare interesse per la capacità di rimuovere molti inquinanti dall’organismo.
Broccoli, cavoli e verza contengono composti solforati in grado di agire efficacemente nella rimozione dall’organismo di molte sostanze inquinanti. Per questo il loro impiego è indispensabile nei fumatori e in chi passa la stagione fredda in grandi città come Milano, dove purtroppo l’inquinamento non dà segni di riduzione.
- Zerotox Betamune (1 tavoletta al giorno per tutto l’inverno e 2 al giorno nelle fasi di maggiore inquinamento).
- Zerotox Inositox (2 tavolette al giorno per 10 giorni al mese) oppure Dima Hepa (stesso dosaggio).
- Oximix 1+ (apporto di Zinco, minerale antinquinamento, usandone 5 ml sciolti in succo o in acqua durante la prima colazione fino all’arrivo della primavera).
- Stimun-ox 800 (2-3 tavolette al giorno per qualche giorno, dal momento in cui comincino segnali di irritazione tracheale o tosse).
Su queste pagine abbiamo già descritto il lavoro pubblicato all’inizio di settembre 2013 sull’International Journal of Food Science and Nutrition che ha descritto gli effetti positivi di una semplice integrazione con broccoli in giovani fumatori.
Anche 10 soli giorni di utilizzazione hanno consentito di ridurre l’infiammazione, misurabile dalla netta riduzione della PCR (Proteina C Reattiva) e di altre citochine infiammatorie.
Significa che l’uso di questi vegetali o di specifici integratori come Zerotox Betamune e Sulfox consente di attivare e di mantenere attive le capacità di controllo degli inquinanti riducendo l’infiammazione dell’organismo.
Aggiungendo a queste sostanze Zinco e Manganese (che attivano il sistema immunitario in senso difensivo) e Betaglucani (sostanze attive sempre in direzione difensiva) si ha a disposizione un prodotto (come appunto Zerotox Betamune) che consente di entrare nell’inverno con sufficiente protezione.
Noi indichiamo Betamune tra le sostanze da usare per la prevenzione invernale (al dosaggio di 1 tavoletta al giorno), ma l’associazione dei vari componenti consente di utilizzarlo anche in casi acuti (tosse, bronchite od altro) per aiutarne la rapida risoluzione.
Il fatto di avere a disposizione potenti fornti di antiossidanti diventa oggi una necessità. Non è più vero che i bisogni di antiossidanti vadano configurati sulla normale fisiologia. L’inquinamento crea nuovi scenari, e ogni individuo deve potersi salvaguardare attraverso l’impiego delle fonti di vitamine e minerali che meglio agiscono in tal senso.
Dobbiamo tenere viva la possibilità di controllo sui politici. Non dovremo più decidere se un gruppo ci farà pagare più o meno tasse: rischiamo di non arrivare vivi a capire quale delle due evenienze ci sia toccata in sorte.
La scelta politica orientata alla salvaguardia dell’ambiente non è più una cosa opzionale. Diventa strumento di sopravvivenza per tutti.