Quei segni sul viso lasciati da latte e formaggi: altre evidenze del rapporto acne/latticini
All’inizio dell’anno ci siamo permessi di evidenziare le prime segnalazioni sul rapporto tra acne e latte. Oggi un lavoro analitico svolto su oltre 6000 adolescenti, e controllato in ogni sua fase, ha avuto l’onore della pubblicazione sul prestigioso Journal of Dermatology on-line (Adebamovo CA et al, Dermatol Online J. 2006;12(4)). Le evidenze della relazione tra assunzione di latte e comparsa di acne nelle adolescenti sono sempre più forti.
Certo il lavoro si riferisce alle sole adolescenti femmine, ma confrontando questi dati con gli altri che stanno evidenziandosi in ambito medico è sensato ritenere che questo valga anche per i maschietti.
Certo, possiamo ragionare sull’uso di preparati eccellenti, come l’antiossidante Cellfood Multivitamin spray, il forte regolatore cutaneo Bioenergen, il depurativo Inositolo, i protettivi minerali contenuti in Oximix 1+, o ancora l’impiego di Euphorbia Eterodoxica per la riduzione e l’attenuazione delle cicatrici residue, ma il punto focale rimane quello delle alterazioni ormonali indotte dalla assunzione di latticini.
Ed è sempre più evidente che il problema non deriva solo dall’aumento della resistenza insulinica tipicamente indotto dalla assunzione di latte, ma anche dalla reattività infiammatoria correlata alle intolleranze alimentari. Infatti nella nostra personale casistica il rapporto tra acne e latte non è sistematico, ma individuale, legato cioè alla particolare reattività immunologica di ciscuno nei confronti del latte del formaggio o dello yogurt.
E quando parliamo di questa interferenza sul metabolismo, è bene ricordare che il rapporto tra latte, calcio e obesità è oggetto di grandi dibattiti. Uno dei lavori più importanti e meno diffusi dell’ultimo periodo evidenzia su oltre 13.000 adolescenti seguiti per oltre tre anni un rapporto positivo tra assunzione di calcio e aumento di peso. Chi mangia più latte, cioè, diventa più grasso.
A breve distanza di tempo la lobby lattiero/casearia ha cercato di rispondere con un articolo (fatto a tavolino) che minimizzava questo effetto, ma i dubbi (e un lavoro fatto su 13.000 persone dei dubbi li deve creare!) restano intatti, e l’invito a mantenere oggi con i latticini un rapporto controllato è sostenibile con forza.
In questo articolo di CS Berkey della Harvard Medical School (Berkey CS et al, Arch Pediatr Adolesc Med 2005 Jun;159(6):543-50) viene evidenziato non solo l’effetto del latte, ma anche quello del calcio nel determinare un aumento di peso negli adolescenti. Viene quindi confermata l’equazione “più latte, più insulina, più effetti ormonali come ingrassamento e acne.”
E siamo convinti che questa cosa, anzichè essere una dannazione per i ragazzi potrebbe, se gestita in modo adatto, diventare una occasione di consapevole crescita e di aiuto alla modifica dell’alimentazione. Nella nostra pratica clinica, in cui grazie allo studio delle intolleranze alimentari non arriviamo mai a eliminare un alimento, ma inseriamo qualche giorno di controllo nelle abitudini alimentari della settimana, vediamo che la accettazione e la fattibilità da parte del “teenager” è sempre molto elevata.