La componente emotiva
Il fatto che il Sistema Immunitario non costituisca una specie di “organo a sé stante” come il fegato o la tiroide, ma sia invece diffuso in ogni organo apparato o sistema dell’organismo, ne fa un sistema organico estremamente caratteristico e particolare.
Questa particolarità deriva dalla caratteristica di essere costantemente in contatto con il sistema nervoso centrale, cioè con il cervello; i due sistemi riescono a comunicare tra loro in modo molto preciso, e reciproco; è vero cioè che il cervello riceve delle informazioni dal sistema immunitario e gli invia ordini particolari, ma è sempre vero anche il contrario che cioè il sistema immunitario riceve informazioni dal cervello, controlla l’ambiente esterno, e in relazione a quello che avviene in questa azione di “sentinella” invia ordini molto precisi allo stesso sistema nervoso.
Questo fatto era scarsamente conosciuto fino al 1980 ma oggi è così documentato che alcuni scienziati arrivano a parlare del sistema immunitario come di un “cervello in movimento”, quasi cioè che le due funzioni fossero in realtà due diverse espressioni di uno stesso organo.
Conoscere questi aspetti aiuta a comprendere perché una allergia, oltre ai sintomi noti a tutti come allergici, può ad esempio determinare anche delle modificazioni del comportamento o delle vere e proprie malattie “nervose”, o viceversa perché un particolare stato emotivo può influenzare sia in modo positivo che negativo le reazioni allergiche di una persona.
La psiconeuroimmunologia, cioè la scienza che studia i rapporti tra il sistema immunitario e il sistema nervoso è una scienza che oggi ha sempre più solide basi razionali e scientifiche. Gli ultimi anni hanno visto la acquisizione e la documentazione di dati ormai inconfutabili relativi alla interazione tra la parte neuropsichica di una persona ed il suo sistema immunitario.
Dal 1984 ad esempio si sa con certezza che il sistema immunitario risponde a riflessi condizionati (come quelli studiati sui cani da Pavlov), e si è potuto definire con rigore scientifico quello che già a livello clinico e filosofico si sospettava, che cioè si potesse interferire sul sistema immunitario attraverso uno stimolo nervoso.
Quando questo articolo fu pubblicato nel 1984, avrebbe potuto scatenare delle reazioni importantissime, ma questo genere di dati scientifici non modifica assolutamente le convinzioni di coloro che hanno negato, negano, e continueranno comunque a negare in futuro la realtà documentale del rapporto tra psiche e sistema immunitario.
Fortunatamente molti scienziati proseguono comunque il loro lavoro di ricerca e applicazione clinica a dispetto degli scettici “ad oltranza”, e oggi i dati che spiegano il tipo di reciproca interferenza tra i due sistemi anche sui fenomeni clinici connessi alla ipersensibilità alimentare sono veramente tantissimi. Scienziati come Bienenstock e Blalock hanno descritto e documentato le interazioni tra sistema nervoso ed immunitario segnalando che benché queste abbiano una profonda implicazione per la ricerca e per il futuro della allergologia sono in realtà spesso trascurate dal mondo medico.
Rita Levi Montalcini, come abbiamo detto, è stata insignita del premio Nobel per la Medicina nell’anno 1986 grazie alla scoperta del NGF (Nerve Growth Factor), citochina che viene prodotta nell’organismo in seguito a momenti di forte cambiamento vitale, e che moltiplicano per diverse volte la reattività allergica di una persona.
Non deve stupire quindi che alcune tecniche come la Programmazione Neurolinguistica (PNL), la Meditazione o lo Yoga possano essere utilizzate a pieno titolo nella cura delle forme allergiche. Ma anche volendo rimanere attaccati ai farmaci, è possibile pensare che anche l’uso oculato di alcuni psicofarmaci, potrebbe ad esempio contribuire a controllare la sintomatologia allergica.