Gambe senza riposo. E se fosse colpa dello zucchero?
La sindrome delle gambe senza riposo descrive un disturbo percepito alle gambe o ai piedi che non “trovano posizione” durante il sonno e obbligano a continui cambi di posizione. Motivo per cui il disturbo (in inglese Restless Legs Syndrome, RLS) si associa ad insonnia (non si riesce a dormire) e determina stati ansiosi o depressivi per mancanza di sonno.
È stata descritta per la prima volta da Sir Thomas Willis nel1672, ma essendo caratterizzata da sintomi talvolta bizzarri è stata spesso considerata, appunto, una bizzarria e non una malattia vera.
Poi finalmente, dal 1960, grazie agli studi fatti nei laboratori del sonno, la malattia è stata riconosciuta come esistente e molte case farmaceutiche hanno cercato di trovare preparazioni (quasi sempre psicofarmacologiche) che dessero sollievo al problema.
Si sono cercati farnaci attivatori della dopamina (la molecola del piacere) e particolari sostanze di sostegno al tono dell’umore (pregabalin, aripripazolo ed altri ancora) ma tutti hanno dato effetti solo temporanei perché manca (o forse mancava) ancora una spiegazione precisa del meccanismo che induce questa sindrome.
La Mayo Clinic descrive i sintomi come “una sensazione inarrestabile e spiacevole nelle gambe e nei piedi, che può prendere entrambi i lati del corpo, sentita all’interno delle gambe o appena sotto la pelle con sintomi diversi tra loro ma che obbligano a muovere gambe e piedi per cercare una posizione più favorevole”.
Nel 2018 il medico statunitense George D. Lundberg descrisse in un articolo di Medscape la possibile importanza degli zuccheri introdotti con l’alimentazione nell’indurre sintomi particolari come questo e nel gennaio 2024, in un altro articolo (sempre su Medscape), spiegò come nel suo caso specifico e in altri casi analoghi con prova di somministrazione, eliminazione e successivo ricarico, si fosse perfettamente evidenziata la relazione tra zuccheri alimentari e questa fastidiosa sindrome notturna.
Alzheimer, declino cognitivo e Metilgliossale. I danni da glicazione che si possono prevenire
Un lavoro pubblicato nel 2023 su International Journal of Case Reports and Therapeutic Studies descriveva in modo dettagliato un caso clinico analogo in cui lo zucchero era causa diretta della sintomatologia.
Sappiamo per certo che la glicazione crea interferenze dirette sul sistema nervoso e quindi questa relazione non solo non ci stupisce ma conferma molti casi in cui questa sindrome e l’insonnia che ne deriva sono stati affrontati anche nel nostro centro con buoni risultati.
Vale quindi la pena di agire in termini preventivi, andando ad agire sulle condizioni che generano resistenza insulinica e aumento della glicazione, legati soprattutto all’eccesso di zuccheri e sulla produzione di Metilgliossale che facilita la neurodegenerazione.
Come per il declino cognitivo, la sollecitazione neuronale che può causare questa sindrome dipende da molteplici fattori ma uno dei più importanti è sicuramente la presenza di livelli elevati di glicazione, cioè di eccesso di zucchero, fruttosio, alcol, dolcificanti e polioli che facilitano la creazione di grovigli neuronali e il deposito di beta-amiloide.
Questi livelli di glicazione sono oggi misurabili e soprattutto si può seguirne l’evoluzione per capire se il controllo nutrizionale personalizzato è efficace nella loro regolazione.
Nel centro SMA in cui lavoro proponiamo sempre dei percorsi terapeutici che consentono di utilizzare gli zuccheri in modo personalizzato (grazie ai risultati di test come PerMè e Glyco Test), spiegando attentamente che nessun cibo è nemico, neanche gli zuccheri, ma che la personalizzazione consente di definire le quantità che ognuno può utilizzare e la sua giusta frequenza.
A fianco della impostazione nutrizionale è indispensabile mettere in atto una giusta attività fisica, come spiegato nell’articolo della dr.ssa Martina Rossi “Declino cognitivo: quando l’alimentazione e l’allenamento sono un binomio vincente”
Anche se è ancora necessario satbilire con precisione il nesso tra zuccheri e sindrome delle gambe irrequiete, la consocenza attuale ci consente di attivare già molti dei più probabil comportamenti efficaci di prevenzione di questa sindrome.