La Moringa: una pianta tropicale con un grande potenziale

3 Luglio 2018
La Moringa: una pianta tropicale con un grande potenziale

La Moringa oleifera appartiene alla famiglia delle Moringacee ed è una pianta tropicale originaria della zona pedemontana della catena himalayana a nord dell’India.

È diffusa anche in Sud America e in Africa, e oggi viene coltivata anche in Italia. Ne esistono almeno 13 specie, ma la più nota è appunto la Moringa oleifera.

La pianta può raggiungere i 10 metri di altezza e resiste alla siccità e al freddo.

Le foglie sono composte e robuste, di color verde chiaro brillante sul dorso e verde pallido sulla pagina inferiore. Sono ricche di beta carotene, vitamina E e vitamina C, che però si perde nel prodotto essiccato. Sono presenti anche buone concentrazioni di polifenoli, potenti antiossidanti che rendono questa pianta interessante per suo potenziale terapeutico.

Le radici hanno un forte odore e sapore di rafano, da cui deriva il soprannome di “horseradish tree” cioè albero del rafano.

I frutti sono grandi baccelli appuntiti di circa 20-45 cm di lunghezza, a sezione triangolare, e quando maturano assumono un colore ocra scuro e una consistenza legnosa. In Birmania vengono usati per preparare le zuppe e hanno un sapore che ricorda l’asparago.

La moringa ha un profilo aminoacidico molto buono, 18 aminoacidi di cui 9 essenziali, cosa insolita per un alimento vegetale.

La moringa è quasi interamente commestibile, dalle radici alle foglie, e ha un profilo aminoacidico molto buono, 18 aminoacidi di cui 9 essenziali, cosa insolita per un alimento vegetale.

Contiene il doppio del potassio delle banane e il quadruplo di vitamina A rispetto alle carote. Anche il contenuto di calcio nelle foglie è piuttosto elevato, circa dodici volte superiore a quello presente nel latte.

Nel gennaio 2018 l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite l’ha eletta “coltura del mese”. Infatti, in alcune zone rurali della Sierra Leone, del Senegal e del Madagascar, viene addirittura utilizzata per contrastare la malnutrizione.

Svariati studi hanno inoltreevidenziato il potenziale terapeutico dell’estratto di moringa. La presenza di flavonoidi, isotiocianati e molecole bioattive, infatti, sembrerebbe avere una buona attività antimicrobica, anti-infiammatoria, anti-ossidante, neuroprotettiva e ipoglicemizzante.

L’azione antinfiammatoria dell’estratto di corteccia di moringa sembrerebbe ridurre la sintesi di citochine infiammatorie come TNF-α, IL-6 e IL-8 ma anche l’attività del fattore nucleare NF-kB, attraverso l’inibizione dell’espressione di RelA, un gene che si esprime all’interno dei macrofagi, durante la cascata infiammatoria.

Altri studi hanno anche evidenziato come la moringa nelle cellule di macrofagi possa indurre la sintesi di una citochina anti-infiammatoria come IL-10. Inoltre, la presenza di isotiocianato sembrerebbe avere un’azione antinfiammatoria comparabile a quella dell’aspirina.

Un’altra attività interessante della moringa, in particolare dei semi, è il potere ipoglicemizzante. Gli studi su modello animale evidenziano una buona capacità di modulazione della glicemia ed è stato osservato anche un effetto protettivo nei confronti del danno tissutale a reni e pancreas in topolini diabetici. I meccanismi non sono ancora noti e sono oggetto di studi, ma potrebbero aprire nuovi scenari terapeutici.

Oltre che per le proprietà nutraceutiche e farmacologiche, la moringa e in particolare i suoi semi sono impiegati per la depurazione dell’acqua. La farina di semi di moringa è un ottimo depuratore di acqua o di altri liquidi alimentari: fissa e adsorbe i batteri e le altre impurità in sospensione inglobandoli in fiocchi che poi precipitano sul fondo, lasciando il liquido più limpido e depurato.

L’estratto di radice ha inoltre attività funghicida e antibatterica. Tali proprietà sono ben note e preziose nelle zone in cui spesso l’acqua non è pura. In questi luoghi la moringa è definita come “l’albero dell’acqua pulita”. Nella valle del Nilo, ad esempio, è conosciuta come “Shagara al Rauwaq” che significa testualmente “albero che purifica”.

Nei paesi occidentali la moringa viene utilizzata soprattutto essiccata, sotto forma di polvere o integratori naturali.

La polvere di moringa, può essere utilizzata nei cibi, nelle bevande e nei frullati rendendoli più nutrienti. Viene anche impiegata per la preparazione di tè e infusi per favorire il sonno grazie alla presenza di triptofano. Molti la utilizzano come un integratore nella dose di un cucchiaino al giorno sciolto in un liquido o inserito nella preparazione di pietanze (crêpes, prodotti da forno o mescolato alle verdure).

La moringa non ha particolari controindicazioni, solo le radici della pianta devono essere assunte con moderazione poiché contengono un alcaloide, la spirochina, che potrebbe interferire con la trasmissione nervosa.

Naturalmente non possiamo parlare di cibi miracolosi, ma è sempre interessante osservare come in ciascun alimento si possano trovare dei principi nutritivi utili per la nostra salute e il nostro benessere, soprattutto se associati ad un corretto stile di vita e ad una buona variabilità e qualità dei prodotti che portiamo in tavola.

Bibliografia

  • Xianjuan Kou et al., 2018. Nutraceutical or Pharmacological Potential of Moringa oleifera Lam. Nutrients. Review.
  • Marcela Vergara-Jimenez et al., 2017. Bioactive Components in Moringa Oleifera Leaves Protect against Chronic Disease. Antioxidant. Review.