I farmaci contro i bruciori di stomaco bruciano il cervello?
Chi soffre di acidità, di reflusso gastroesofageo o di pirosi gastrica (bruciore allo stomaco) farebbe bene a ricorrere a rimedi naturali o, ancor meglio, a modificare le proprie abitudini alimentari piuttosto che farsi prescrivere farmaci che possono, nel lungo periodo, produrre effetti indesiderati sulla prontezza del suo pensiero e sulla qualità delle sue facoltà cognitive.
E’ questo l’allarmante sospetto avanzato da un gruppo di studiosi dell’Università dell’Indiana a Indianapolis, che hanno pubblicato i risultati di una loro ricerca sull’ultimo numero del Journal of the American Geriatrics Society (M Boustani et al, J Am Ger Soc 2007 August, 55(8):1248-1253).
I farmaci incriminati sono i cosiddetti H2As, cioè gli antagonisti del recettore H2 dell’istamina, e comprendono prodotti piuttosto diffusi e popolari come lo Zantac e il Ranidil.
Gli studiosi hanno seguito per cinque anni una popolazione di oltre 1500 afroamericani di età superiore ai 65 anni, che avevano capacità intellettive normali all’inizio della ricerca, e ne hanno valutato le facoltà cognitive a regolari intervalli.
I pazienti che avevano subìto lunghi trattamenti dei loro problemi gastrici con i farmaci Anti H2 hanno rivelato una probabilità doppia degli altri di veder deteriorate le proprie facoltà cognitive nel corso dello studio.
La correlazione è oltremodo significativa e molto allarmante, considerando l’enorme diffusione di questi farmaci. Nel 2005 si sono avute 16 milioni di prescrizioni di farmaci anti H2 nei soli Stati Uniti, e qui in Italia, è ormai invalso l’uso del termine “l’esercito dei reflussisti” per indicare la vastità di persone che ricercano questo tipo di prodotti anzichè le cause del loro malessere.