Perché l’acido folico è così importante?
DOMANDA
Sono in gravidanza e il mio ginecologo mi ha prescritto l’acido folico. Dice che è molto importante per la salute del bambini. Potrebbe aiutarmi a capire meglio con i suoi preziosi consigli? Grazie di cuore.
RISPOSTA
Gentilissima Lettrice,
una corretta integrazione di acido folico durante la gravidanza è molto importante per prevenire i difetto di chiusura del tubo neurale del nascituro, a partire dalla spina bifida, insieme a tutta una serie di altre possibile malformazioni congenite a carico del tratto urinario e digestivo, del cuore, degli arti e del palato, come la labiopalatoschisi.
Considerando che se insufficienti i livelli di acido folico aumentano molto lentamente nell’organismo è importante che l’integrazione con questa vitamina venga iniziata 3 mesi prima del concepimento al dosaggio di 400 mcg al giorno.
L’utilità dei folati non si ferma qui. Basti pensare che il termine acido folico, che deriva dal latino folium (foglia), è stato utilizzato per la prima volta negli anni ’40 da Mitchell per indicare alcune sostanze, i folati, che estratti dalle foglie di spinaci erano biologicamente attive per trattare alcune forma di anemia. Infatti, la manifestazione principali di una carenza di acido folico è proprio l’anemia, dovuta a una difettosa sintesi del DNA che si manifesta particolarmente nei tessuti con un elevato ritmo di moltiplicazione cellulare come, ad esempio, il midollo osseo.
Per questo, in caso di anemia, oltre all’integrazione di ferro spesso è molto utile integrare anche l’acido folico. Ad esempio, è possibile utilizzare un prodotto come Ferro Super+ al dosaggio di 1-2 capsule al dì, a seconda della situazione clinica, che insieme a un sale di ferro ad alta biodisponibilità, come il pidolato di ferro, contiene anche acido folico.
Oltre a essere fondamentali nella sintesi del DNA, i folati sono indispensabile, insieme alla vitamina B12, nel metabolismo dell’omocisteina. Spesso una scarsa assunzione di questa vitamina porta a un iperomocisteinemia e un conseguente aumento del rischio cardiovascolare.
La carenza di acido folico è principalmente dovuta a un suo apporto inadeguato con la dieta: gli alimenti che ne sono più ricchi e contribuiscono maggiormente ai raggiungimento dei livelli ottimali di acido folico sono tutti di origine vegetale come i cereali integrali, le verdure, gli ortaggi e la frutta benché alcuni metodi di cottura, come ad esempio la bollitura, impoveriscano molto gli alimenti di questa vitamina.
Se l’assunzione alimentare di acido folico è insufficiente, è possibile integrare l’alimentazione con un prodotto come Oxifolic al dosaggio di 1 compressa a prima colazione per lunghi periodi di tempo. Oltre all’acido folico, questo prodotto integra anche Oxiprolina, che potenzia l’effetto dei folati, e di Magnesio, che svolge un’azione sinergica di riduzione del rischio cardiovascolare.
Un’altra causa di possibile carenza di attività dell’acido folico è la presenza di particolari polimorfismi genetici dell’enzima MTHFR. Questo enzima è fondamentale per la sintesi della forma attiva di acido folico e una sua scarsa funzione rischia di portare a un accumulo eccessivo di omocisteina nel sangue. In questi casi meglio integrare direttamente la forma attiva di acido folico utilizzando, ad esempio, un prodotto come Vita Metafolic al dosaggio di 1 compressa a prima colazione anche per lunghi periodi.
La concentrazione di folati nei globuli rossi è considerata l’indicatore più attendibile per studiare lo stato nutrizionale per i folati e valutarne le riserve nell’organismo. È considerata normale per valori maggiori di 340 nmoli/L (150 mcg/L). Diversamente il livello nel sangue di folati è considerato un indicatore dello stato nutrizionale a brevissimo termine e riflette solo la quota di acido folico assunta con la dieta nei giorni appena precedenti all’esame. I valori sono normali se superiori a 10 nmoli/L (4 mcg/L).