Omega 3 nel terzo trimestre di gravidanza per bambini con meno asma
Lo studio è stato prodotto dal New England Journal of Medicine (H. Bisgaard, Fish Oil–Derived Fatty Acids in Pregnancy and Wheeze and Asthma in Offspring. N Engl J Med 2016; 375:2530-2539December 29, 2016DOI: 10.1056/NEJMoa1503734) e riportato nei giorni scorsi anche da Medscape.
Ha coinvolto 736 donne e i loro piccoli, a partire dalla 24esima settimana di gravidanza. Le donne hanno ricevuto supplementazione con 2,4 g al giorno di acidi grassi polinsaturi a lunga catena del tipo omega 3 (olio di pesce) o con il placebo (olio di oliva).
I nuovi nati sono stati seguiti a lungo dopo la nascita. E gli esiti sono stati molto positivi in termini di riduzione non solo dell’asma, ma anche delle infezioni del tratto respiratorio inferiore dei piccoli.
La riduzione dell’asma nei bambini delle mamme trattate con gli omega 3 sarebbe pari al 30,7%.
La riduzione della sintomatologia è stata ancora più significativa nelle mamme che avevano livelli più bassi di grassi polinsaturi (EPA e DHA) circolanti prima dell’inizio della supplementazione.
La riduzione relativa della sintomatologia dei piccoli, in questi casi, è arrivata al 54.1%.
Variazioni non si sono invece evidenziate nell’incidenza di eczema o sensibilizzazione allergica dei nuovi nati.
È comunque da ricordare che l’utilizzo di omega-3 in gravidanza è stato associato anche ad altri benefici importanti tra cui la prevenzione del parto prematuro (Kar S., Effects of omega-3 fatty acids in prevention of early preterm delivery: a systematic review and meta-analysis of randomized studies. Eur J Obstet Gynecol Reprod Biol. 2016 Mar;198:40-6) e la prevenzione della depressione post partum (con una supplementazione di circa 2 g al giorno, che parta presto durante la gravidanza) (Wojcicki JM, Maternal omega-3 fatty acid supplementation and risk for perinatal maternal depression. J Matern Fetal Neonatal Med. 2011 May;24(5):680-6).
L’uso degli acidi grassi omega 3 a lunga catena del pesce, o vegetali, in definitiva, sembra essere un supporto preventivo da tenere in buona considerazione (anche) durante la gravidanza e del quale è comunque importante e utile discutere con il proprio medico.