Protettori gastrici: sempre meno protettori e più aggressori
Sempre più lavori scientifici stanno rilevando possibili danni legati all’uso prolungato degli inibitori di pompa protonica. Si tratta di farmaci estremamente utili in caso di necessità acute (bloccano l’acidità gastrica) e per un uso di breve durata, che si dimostrano invece dei possibili nemici, con effetti collaterali impensati e potenzialmente molto dannosi per l’uso prolungato.
L’allarme nasce perché purtroppo si tratta di farmaci prescritti spesso per lunghissimo tempo, senza motivi veri. Il nome trae spesso in inganno: siccome si pensa che “proteggano” vengono usati con l’idea che possano fare solo del bene. Ormai basta che una persona abbia da prendere un paio di sostanze farmacologiche, che di solito non danno alcun fastidio gastrico, che alla prescrizione si aggiunga poi un inibitore di pompa protonica per “proteggere lo stomaco”. Insomma, un protettore gastrico non lo si nega a nessuno.
Peccato che invece l’azione di queste sostanze interferisca pesantemente con la digestione. Grazie alla loro azione, lo stomaco smette di dare segnali, ma smette anche di digerire. Senza l’acidità gastrica gli enzini digestivi non possono funzionare, così alimenti complessi arrivano nell’intestino senza essere stati completamente smembrati e ridotti ad elementi semplici.
Chi mangia un panino, dopo due ore dovrebbe trovare nel suo intestino aminoacidi pronti all’assorbimento, ma con l’uso di questi farmaci si ritrova in mezzo alla pancia pezzi di maiale, di spighe e di mucca (i componenti da cui deriva il panino) ancora interi e con tutto il loro potenziale allergizzante ancora intatto.
L’uso di protettori gastrici, come dimostrato din dal 2003, può generare allergie alimentari anche gravi e stimolare l’infiammazione da cibo. Infatti noi associamo alla eventuale terapia con protettori gastrici l’impiego di enzimi che aiutino a completare la digestione e spesso l’uso di colostro che riequilibra la mucosa gastrica ed intestinale.
Il problema più importante però sono le recenti associazioni a patologie più rilevamti, che l’impiego prolungato di questi farmaci ha iniziato ad evidenziare in molti lavori medici. Gravi carenze di Magnesio (Matsuyama J et al, Intern Med. 2012;51(16):2231-4. Epub 2012 Aug 15), apparentemente immotivate e il sospetto importante che il loro uso possa facilitare la crescita di alcune forme tumorali soprattutto digestive (Jianu CS et al, Aliment Pharmacol Ther. 2012 Oct;36(7):644-9. doi: 10.1111/apt.12012. Epub 2012 Aug 5).
I lavori proposti in questo senso stanno risvegliando una certa cautela nella prescrizione, perché le notizie in questo senso arrivano ormai da più fonti indipendenti che invitano ad una seria riflessione sul loro impiego.
Vale quanto già detto su Eurosalus da tempo: quando si affronta un problema cronico è indispensabile cercare di tenere in considerazione l’intero organismo. Sopprimere un sintomo come il “mal di stomaco” può essere utile per un breve periodo, ma se non se ne vanno a cercare le cause, nascondendole “sotto l’angolo del tappeto”, queste si palesano, prima o poi, in modo a volte drammatico. E questo lo possiamo prevenire.