Frutta: croce o delizia?
DOMANDA
Mio figlio Andrea, 11 anni, che non ha grossi problemi con la verdura cotta, non mangia mai la frutta. Ho letto i consigli su come far apprezzare la verdura ai bambini, e mi chiedevo se ce ne sono altri, più specifici, per la frutta.
RISPOSTA
Come la verdura cruda, la frutta richiede un impegno in più: va masticata.
Sembra una difficoltà di poco conto, ma i bambini non hanno nessuna voglia di farla. Un po’ per pigrizia, e un po’ perché vedono che anche i genitori masticano pochissimo.
La “difficoltà” della masticazione rappresenta un tema importante, come ha sottolineato bene lo psicoterapeuta Fritz Perls nel libro “L’io, la fame, l’aggressività”, perché i denti sono uno degli strumenti con cui mettiamo in campo la nostra aggressività più sana, quella che ci serve a frantumare, distruggere e poi digerire ciò che mangiamo, per poterlo poi ricostruire sotto altra forma.
Chi non affronta questa difficoltà, sottolinea Perls, ha spesso problemi nell’area dell’aggressività. Bambini irrequieti, che picchiano i compagni di classe, o più sottomessi, che però digrignano i denti la notte, potrebbero forse sentirsi meglio se venissero incoraggiati a masticare completamente una mela o una carota almeno una volta al giorno. E questo vale anche per le mamme e i papà.
Ai tempi dei miei nonni (sì, parlo di oltre un secolo fa…), quando la disponibilità di frutta era molto legata alle stagioni, ogni singolo frutto era considerato una prelibatezza. Anzi, era il dessert per antonomasia. Oggi andiamo al supermercato, compriamo degli oggetti colorati che sanno di poco ma hanno viaggiato tanto, e che si conservano indefinitamente, solo perché i nutrizionisti ci dicono che due porzioni di frutta dovrebbero comparire nella nostra alimentazione quotidiana. E li offriamo ai nostri figli a fine pasto, meravigliandoci che preferiscano chiudere invece con una merendina o un pezzo di cioccolato.
Se non abbiamo abituato i nostri figli al gusto della frutta mangiandone tanta quando li allattavamo, ogni momento è buono per correre ai ripari.
Il primo segreto, oltre a cercare della frutta saporita (qua e là si trova!), è offrirla fuori dai pasti o all’inizio. Cominciare la prima colazione con una spremuta, un succo di buona qualità, un frullato o anche un frutto a pezzi è una splendida abitudine con riflessi importanti sulla salute del sistema immunitario e sull’umore, che spesso anche i bambini accolgono con favore se non trovano già pronta sul tavolo una tazza di latte e cereali.
Si può anche stabilire una regola familiare (vedi “Crudo, vivo, colorato“) per cui prima di qualunque altra cosa si mangia almeno un pezzetto di frutta o di verdura: anche piccolo va bene! Se poi riesci a tardare un po’ la cena, e offri a tuo figlio una pera, una banana o del melone a pezzetti come antipasto, proprio nel momento in cui ha più appetito, magari mentre guarda il suo programma preserale preferito, è più probabile che il “pezzetto” diventi un frutto intero. Se ti serve un po’ di incoraggiamento, tieni presente che diversi studi hanno già dimostrato che i ragazzini che mangiano frutta e verdura sono più intelligenti!
Un altro momento magico per estendere il consumo di frutta è la merenda a scuola. Ma bisogna fare attenzione, perché un bambino che mangia un frutto rischia di essere ancora considerato un po’ “sfigato” dai compagni. Sarà però facilmente invidiato se da casa porta una mela caramellata infilata su un bastoncino, un pacchetto di chips di mele essiccate o una mousse di frutta con qualche biscotto.
E da lì a mangiare una mela fresca senza zucchero, il passo è breve. Basta non essere troppo talebani: è vero che oggi mangiamo la frutta soprattutto perché fa bene, ma per abituare un figlio ad apprezzarla possiamo servirla anche come uno squisito dessert. Per esempio fatta a pezzi e intinta nel cioccolato fuso (le fragole sono il top, ma quasi tutta la frutta si presta), oppure (mai più senza!) come immancabile decorazione di una coppa di gelato o di yogurt.
E non trascuriamo l’utilità delle torte alla frutta, della marmellata senza zucchero (che di frutta, benché cotta, è un vero e proprio concentrato), e dei frullati o dei frappé, che oltre a essere squisiti non richiedono neppure la fatica della masticazione. O l’uso della frutta nelle pietanze, come nel maiale in agrodolce con ananas, nel pollo agli agrumi, o nelle arance a fettine che danno un sapore squisito all’insalata verde o di finocchi.
Infine, anche se con la buccia è più salutare, possiamo presentarla in tavola a fine pasto già sbucciata e fatta a spicchi (o anche in modalità sfacciatamente inelegante, come le arance tagliate in quattro, da succhiare via dalla buccia sbrodolandosi un po’).
Si sa che anche i padri sono spesso pigri, ma condividerla tutti insieme sarà un altro modo per dare il buon esempio. Pazienza se all’inizio i bambini rifiuteranno. Abbiate fiducia che, se non si sentono costretti ma vedono gli altri che la mangiano con gusto, un po’ alla volta cominceranno a partecipare al rito.