Sensibilità chimica multipla, un aiuto arriva dall’alimentazione personalizzata
In un certo momento della vita nell’organismo succede qualcosa ed ecco che cibi o cose “apparentemente normali” iniziano a prendere gusti o odori sgradevoli.
Non si tollera più l’odore della carta mentre si sfoglia un comune quotidiano, il detersivo usato tutti i giorni è diventato talmente forte da impregnare l’intera casa. Alcuni odori diventano così pungenti e intensi che risulta difficile rimanere a lungo nell’ambiente in cui l’aria ne è pervasa.
Le persone che soffrono di questi disturbi hanno sintomi che alterano fortemente la qualità della vita, arrivando talvolta a pregiudicare le loro relazioni sociali. Anche solo una passeggiata può diventare un incubo se il vicino di casa ha steso il bucato fuori!
Nel centro SMA di Milano in cui lavoro affrontiamo questi disturbi con un approccio integrato che mira al riequilibrio delle risposte infiammatorie e metaboliche, spesso molto alterate in questi pazienti.
Un microbiota intestinale sano permette di metabolizzare efficacemente gli agenti chimici esterni, diversamente una sua alterazione, dovuta ad una alimentazione errata o poco attenta, li rende tossici.
Una via verso la guarigione esiste, affrontando questi aspetti attraverso un approccio personalizzato che ha come primo intervento un’attento protocollo dietetico. È dimostrato che l’alimentazione è l’unico fattore in grado di modificare in modo permanente e a lungo il microbiota intestinale.
Inoltre è fondamentale rafforzare il sistema immunitario, attraverso nuove abitudini alimentari che riducono l’infiammazione.
Da nutrizionista riassumo qui alcune delle strategie che metto in atto con i miei pazienti.
Per prima cosa è necessario conoscere il proprio stato di infiammazione, la sensibilità agli zuccheri e il profilo alimentare personale per impostare un protocollo alimentare specifico per ridurre l’infiammazione. Queste informazioni sono misurabili attraverso l’effettuazione di test innovativi come il test PerMè.
È fondamentale ridurre al minimo il consumo di alimenti che contengono zuccheri addizionati, come yogurt alla frutta, cereali per la prima colazione, e zucchero di canna, di cocco o di miele aggiunti in caffè e tisane.
Va inoltre limitato alle occasioni il consumo di zuccheri semplici “concentrati” e a rapido assorbimento, come ad esempio l’utilizzo sistematico e quotidiano di succhi di frutta al posto del frutto intero oppure il consumo troppo frequente di riso del sushi. L’assunzione individualmente eccessiva di zuccheri facilita i fenomeni di glicazione, aumentando le risposte infiammatorie e creando danni cognitivi e disturbi olfattivi.
È importante inoltre assicurarsi di consumare sempre cibi il più possibile integrali, abbinati ad un corretto apporto di proteine e grassi nel rispetto del nostro fabbisogno proteico.
Un’altra buona abitudine è quella di assicurarsi una sufficiente quantità di verdura cruda ad ogni pasto, indispensabile per raggiungere il fabbisogno di fibra, sali minerali e vitamine.
Consiglio inoltre di fare attenzione alla qualità degli alimenti, utilizzando prodotti di cui si conosce l’origine, preferibilmente biologici, e di preparare “dall’inizio” i propri pasti, limitando il più possibile i cibi pronti. Per quanto a volte possa risultare comodo, la lista degli ingredienti di biscotti, piadine, ma anche di semplici zuppe, si allunga terribilmente se si compera il prodotto pronto.
Un semplice pesto alla genovese, buonissimo e ricco di antiossidanti, è composto da quattro soli ingredienti (basilico, olio EVO, pinoli e grana). Un pesto comperato al supermercato può facilmente contenere in aggiunta anche olio di semi, altri oli di bassa qualità, patate, zuccheri o derivati e un considerevole quantitativo di sale.
Agire sul proprio stile di vita è particolarmente utile per ridurre l’infiammazione generalizzata, ed è inoltre fondamentale imparare a gestire al meglio lo stress ritagliandosi degli spazi per sé stessi, praticando yoga e meditazione, trovando il tempo per fare cose che piacciono e che fanno stare bene e, se necessario, facendosi anche aiutare attraverso una terapia cognitivo comportamentale.
Prendersi cura di sé a 360 gradi, curando aspetti emotivi, alimentari e metabolici, risulta la strategia vincente per far sì che i propri disturbi diventino presto solo un ricordo, arrivando a respirare nuovamente a pieni polmoni aria fresca senza paura e senza il rischio di “essere intossicati”.