Reflusso ed esofagite eosinofila. Guarire con il trattamento antiallergico
La notizia che un trattamento “antiallergico” come la iposensibilizzazione verso un antigene ambientale o alimentare possa ridurre del 75% i sintomi della esofagite eosinofila, richiama l’attenzione su cause che c’entrano poco con l’acidità gastrica.
Il tema è stato proposto da J. Ang (abstract 281), al Meeting annuale dell’AAAAI tenutosi a San Antonio (USA), come riportato da Healio e riapre una indicazione sul fatto che l’esofagite eosinofila non sia una malattia dell’esofago ma una malattia infiammatoria sistemica.
Già abbiamo discusso questo tema nell’articolo “Esofagite eosinofila, reflusso e dieta dei 6 alimenti” ma vale forse ancora di più richiamare l’articolo pubblicato su Lancet Gastroenterology and Hepatology nel 2023 che confrontava la dieta dei 6 alimenti con la semplice eliminazione di latte e derivati (un solo alimento) in soggetti statunitensi.
La risposta alla dieta verso un solo alimento (il latte) ha portato alla guarigione (anche su base istologica) circa la metà dei pazienti. A quelli non guariti è stata indicata la dieta dei 6 alimenti che ha portato un altro 25% verso la remissione e a quelli rimasti è stata indicata l’assunzione di cortisone locale con regressione documentata.
Questo porta ovviamente ad una graduale scelta strategica che meglio ancora potrebbe giovarsi di una valutazione individuale anziché appoggiarsi ad una risposta “standardizzata”.
La scelta degli alimenti da mettere a dieta (di rotazione e non mai di esclusione) dipende solo da caratteristiche individuali e la dieta può essere solo personalizzata, come noi facciamo da anni nel centro SMA in cui esercito, lavorando sulla Esofagite Eosinofila (EoE) attraverso la diagnosi della infiammazione da alimenti e da glicazione per mezzo del test PerMè; questo ci ha consentito di accompagnare nel tempo la evoluzione scientifica della sua comprensione offrendo ai nostri pazienti un approccio che sempre più si sta rivelando in linea con le ricerche più recenti.
Il tema da affrontare nella EoE è di tipo sistemico, al punto che la dottoressa Cianferoni, immunologa e pediatra del Children’s Hospital of Philadelphia propone la risposta della EoE come una sorta di “allergia non mediata dalle IgE”, perché pur in assenza di specifiche immunoglobuline E per gli alimenti, la loro somministrazione genera una risposta infiammatoria e immunologica evidente.
Nella nostra pratica interveniamo con un criterio molto preciso legato alla personalizzazione dietetica e ragionando su cosa manchi all’organismo (ad esempio minerali e vitamine).
Un lungo periodo di infiammazione intestinale comporta proprio fenomeni di malassorbimento evidente di minerali e vitamine che devono essere misurate e reintegrate.
Nell’ordine quindi, come spiegato alla pagina della Esofagite eosinofila, serve prima una diagnosi, poi una dieta personalizzata che non sia mai di esclusione per i rischi che comporta. Questo è ancora più confermato dal fatto che nella EoE non ci siano IgE specifiche per gli alimenti se non in un ridottissimo numero di casi.
Il richiamo importante è quello di una visione che sia sempre sistemica e personalizzata. Prescrivere protettori gastrici come se fossero privi di effetti collaterali si scontra oramai con condizioni che riguardano invece l’aspetto psichico, la risposta infiammatoria agli alimenti o alla glicazione e l’attivazione degli eosinofili.
Questo spiega perché nel nostro nostro Centro di Milano valutiamo questa patologia in modo integrato cercando di affrontare TUTTE le possibili cause e non solo la facile definizione della iperacidità.