Gestione dietetica della esofagite eosinofila
Su Eurosalus seguiamo da molto tempo il tema del reflusso proprio perché nella maggior parte dei casi l’acidità dello stomaco c’entra poco o nulla.
La reazione di disagio a livello digestivo dipende soprattutto da fatti diversi come il tipo di alimenti usati, l’infiammazione da cibo, la glicazione, lo stato emotivo e il sovrappeso.
Possiamo rileggere quanto già discusso nell’articolo “Esofagite eosinofila, reflusso e dieta dei 6 alimenti” ma vale forse ancora di più richiamare l’articolo pubblicato su Lancet Gastroenterology and Hepatology nel 2023 che confrontava la dieta dei 6 alimenti con la semplice eliminazione di latte e derivati (un solo alimento) in soggetti statunitensi.
La risposta alla dieta verso un solo alimento (il latte) ha portato alla guarigione (anche su base istologica) circa la metà dei pazienti. A quelli non guariti è stata indicata la dieta dei 6 alimenti che ha portato un altro 25% verso la remissione e a quelli rimasti è stata indicata l’assunzione di cortisone locale con regressione documentata.
Questo porta ovviamente ad una graduale scelta strategica che meglio ancora potrebbe giovarsi di una valutazione individuale anziché appoggiarsi ad una risposta “standardizzata”.
La scelta degli alimenti da mettere a dieta (di rotazione e non mai di esclusione) dipende solo da caratteristiche individuali e la dieta può essere solo personalizzata, come noi facciamo da anni nel centro SMA in cui esercito, lavorando sulla Esofagite Eosinofila (EoE) attraverso la diagnosi della infiammazione da alimenti e da glicazione per mezzo del test PerMè; questo ci ha consentito di accompagnare nel tempo la evoluzione scientifica della sua comprensione offrendo ai nostri pazienti un approccio che sempre più si sta rivelando in linea con le ricerche più recenti.
Di forte impatto una ricerca pubblicata nel maggio 2024 su Immunology and Allergy Clinics of North America, nella quale i ricercatori hanno analizzato le varie forme di terapia per la esofagite eosinofila riconoscendo poco valore allo studio delle allergie classiche, quelle mediate dalle IgE, e forte valore alla impostazione dietetica.
Tra l’altro, fin dal 2017, su Clinical Gastroenterology and Hepatology sono stai confrontati anche i costi economici e sociali del trattamento cortisonico locale (una delle terapie oggi utilizzate) e della impostazione dietetica, con evidente e documentato vantaggio per la terapia nutrizionale che costa molto meno e dona maggior sicurezza emotiva ai pazienti.
Nella nostra pratica interveniamo con un criterio molto preciso legato alla personalizzazione dietetica e ragionando su cosa manchi all’organismo (ad esempio minerali e vitamine) proprio perché l’infiammazione intestinale facilita il malassorbimento di sostanze invece utili a combatterla.
Nell’ordine quindi, come spiegato alla pagina della Esofagite eosinofila, serve prima una diagnosi, poi una dieta personalizzata che non sia mai di esclusione per i rischi che comporta. Questo è ancora più confermato dal fatto che nella EoE non ci siano IgE specifiche per gli alimenti se non in un ridottissimo numero di casi.
Il richiamo importante è quello a una visione che sia sempre sistemica e personalizzata. Prescrivere protettori gastrici come se fossero privi di effetti collaterali si scontra oramai con condizioni che riguardano invece l’aspetto psichico, la risposta infiammatoria agli alimenti o alla glicazione e l’attivazione degli eosinofili.
Questo spiega perché nel Centro SMA di Milano valutiamo questa patologia in modo integrato cercando di affrontare TUTTE le possibili cause e non solo la facile definizione della iperacidità.