Eritema solare: prevenire e curare
È arrivata l’estate e finalmente ci si può esporre al sole. Spesso però mare fa rima con eritema solare. Come prevenire e, se troppo tardi, curare la comparsa di tale irritazione?
L’eritema è una condizione infiammatoria della pelle che compare dopo una esposizione ai raggi UV o prolungata o se fatta nei momenti più caldi della giornata senza le adeguate protezioni. Si manifesta con un tipico rossore, spesso accompagnato da bolle e dal classico dolore da scottatura.
Prevenzione, sia topica che sistemica
La prevenzione è fondamentale. Grandi e piccini, anche se la voglia di correre in acqua appena arrivati in spiaggia è alle stelle, dovranno dedicarsi ad applicare correttamente la crema solare (la protezione sarà alta, soprattutto se si tratta delle prime esposizioni negli adulti, nei soggetti sensibili e nei bambini).
Questa azione è fondamentale per creare uno scudo dai raggi UV che, anche se invisibili, non sono da sottovalutare: si tratta di una tipologia di raggio luminoso in grado di arrivare direttamente al DNA cellulare e di modificarlo.
Un’integrazione utile, trattandosi come detto inizialmente, di una condizione infiammatoria, è data dalla combinazione di olio di Ribes nero e Perilla. Questi due oli, se associati (ad esempio in un prodotto come Zerotox Ribilla), grazie all’azione sinergica e bilanciata degli omega 6 e omega 3, hanno il potere di prevenire condizioni infiammatorie, anche della pelle.
Si consiglia l’assunzione di perle di Ribilla in tale dosaggio:
- 4 perle al giorno nei 5-7 giorni che precedono l’esposizione;
- 6 perle al giorno nei due primi giorni di sole, e poi ancora
- 4 perle per 2-3 giorni, e infine
- 2 perle al dì fino alla fine dell’esposizione solare intensa.
Per chi ha difficoltà nella deglutizione di capsule, nessun problema: trattandosi di un olio, si può serenamente spremere la capsula su un cucchiaino.
Alimentazione
Trattandosi di uno stato infiammatorio, iniziare ad esporsi al sole con un’infiammazione corporea bassa è fondamentale. Immaginando una scala infiammatoria da 1 a 100, se si è posizionati già in un punto medio-alto, è molto più facile andare incontro a stati infiammatori acuti, anche della pelle.
Per tale motivo, nonostante i trattamenti topici e sistemici siano, e restino, un caposaldo, prevenire con un’alimentazione antinfiammatoria adeguata prima dell’esposizione, è indispensabile.
Inoltre, come sempre più evidenze scientifiche mostrano chiaramente, moltissime reazioni cutanee hanno una correlazione stretta con un’assunzione individualmente eccessiva di zuccheri e affini. Tranquilli, ciò non significa che il gelato sia bandito, anzi! Bisogna però introdurre gli zuccheri in modo logico e tenendo conto del proprio rapporto con questi ultimi.
Chi ha valori di Albumina glicata e Metigliossale (valutabili attraverso un Glyco Test) molto alti, avrà sì modo di mangiare il proprio ghiacciolo preferito, ma in modo meno frequente rispetto a chi ha una condizione infiammatoria medio-bassa. In entrambi casi l’abbinamento dello zucchero ad una quota proteica resta un punto fermo (mangiare una deliziosa coppetta di gelato con una buona manciata di granella di noci o pistacchi non è poi una grande tortura).
Anche l’assunzione di alimenti ricchi in beta carotene preparano la pelle alla tintarella: via libera a vegetali dai classici colori vivi come pomodori, carote, albicocche, ciliegie, pesche, patate americane (o batate), fiori di zucca, peperoni ma anche paprika dolce e, in minore quantità, scalogno, radicchio e spinaci.
E se il “danno” è fatto?
- 6 al giorno (2 ad ogni pasto) per i 2-3 giorni necessari a sfiammare l’eritema;
- 4 perle al dì per 2-3 giorni e infine
- 2 perle al dì fino alla fine dell’esposizione solare intensa.
Infine, consultandosi con il proprio medico, utile esporsi al sole con una concentrazione di vitamina D ottimale e, qualora fosse insufficiente, integrarla correttamente quanto prima, vista la correlazione di tale vitamina sia con la pelle che con l’ottimizzazione della funzionalità immunitaria.