Probiotici per non ingrassare: una lettura globale
Una frase come “Prendi un po’ di fermenti lattici” è stata per anni l’equivalente di un disinteresse terapeutico complessivo. Poi nel corso del tempo l’utilizzazione di alcuni specifici batteri o fermenti, la loro dose e il loro modo di somministrazione si sono dimostrati importanti fattori di un’azione di riequilibrio dell’intestino e dell’intero organismo.
La straordinaria contemporaneità di effetti antiallergici, antinfiammatori, antidiabetici, antiobesità e antiartritici obbliga a qualche riflessione importante. In realtà la ricerca scientifica attuale sta scoprendo che molte forme di terapia agiscono su effettori comuni.
E’ il caso di alcuni probiotici, che hanno contemporaneamente una possibile azione di controllo dell’infiammazione e della ressistenza insulinica. Agendo sul fattore nucleare NF-kB esattamente come fanno l’olio di pesce, una dieta di recupero della tolleranza, giuste dosi di Vitamina D, e l’attività sportiva, è possibile ottenere una somma di azioni importanti che sfruttano dei meccanismi comuni.
Tra i lavori che riguardano l’integrazione con i probiotici, gli effetti dmostrati sono stati quelli di una prevenzione della celiachia, del controllo dell’asma, della terapia della dermatite, del controllo dell’artrite, della riduzione dei segnali di ingrassamento dell’organismo, della terapia delle forme di colite ulcerativa e del controllo del diabete autoimmune e della steatosi epatica. Uno dei lavori di riferimento è quello relativo all’azione su NF-kB, il vero modulatore della insulinoresistenza, pubblicato sul World Journal of Gastroenterology, ma realmente se ne potrebbero citare una serie numerosa che orientano le indicazioni terapeutiche nella stessa direzione (Hegazy SK et al, World J Gastroenterol. 2010 Sep 7;16(33):4145-51).
Un intestino che non lanci segnali di infiammazione e di pericolo è uno dei fattori importanti per fare sì che i processi di assorbimento riprendano la loro corretta funzione. Una azione di controllo dell’ingrassamento è pensabile proprio per l’effetto globale che il riequilibrio della fisiologia intestinale può portare all’organismo. Anche la terapia probiotica diventa quindi una terapia di segnale, da inserire in una visione generale che pensi l’organismo umano in modo non solo farmacocentrico, e in cui integratori talvolta considerati “banali” possono avere effetti generali ben più ampi di quelli dati da farmaci solitamente e a torto considerati più potenti.