Dolori articolari e artrite. Controllare l’infiammazione anche con Boswellia, Collagene e Perilla
Su Eurosalus abbiamo spesso discusso di come artrite reumatoide, artrite psoriasica, artrite reattiva, artrite autoimmune e in genere tutte le forme di dolori articolari, siano legate alla presenza di una infiammazione da cibo e del fatto che l’organismo si difenda attraverso il rilascio di liquidi che cercano di “diluire” la concentrazione delle sostanze infiammatorie.
Negli articoli segnalati nella colonna di destra sono riportate le motivazioni scientifiche che negli ultimi anni hanno consentito di aiutare la cura di qualunque forma di artrite anche attraverso scelte nutrizionali personalizzate (come facciamo per ogni persona che vediamo e valutiamo nel centro SMA in cui lavoriamo).
Il rilascio di liquidi “difensivi” porta a gonfiore articolare, edema dei tendini o delle capsule legamentose e quindi a dolore, difficoltà di movimento, rigidità.
Tutti sintomi che in moltissimi casi possono essere ridotti e talora risolti controllando, attraverso l’alimentazione personalizzata, la produzione di citochine infiammatorie dipendenti dalla assunzione di alimenti o dalla glicazione (fenomeni evidenziabili e individualizzabili attraverso i test di GEK Lab).
A fianco di questo strumento terapeutico esistono aluni integratori che possono aiutare e supportare i processi di guarigione.
In particolare è utile parlare del collagene, sostanza che negli ultimi anni ha raggiunto una elevata popolarità, in modo da poter sfatare alcuni “falsi miti” che circolano rispetto al suo uso.
La maggior parte degli integratori di collagene sono preparati con collagene bovino denaturato, ed è bene ricordare che il collagene è la proteina strutturale più presente in ossa, muscoli e cartilagini del corpo umano.
Rimpinzarsi di collagene con la speranza che il collagene di tipo 1 e il collagene di tipo 3 possano migliorare la pelle, le articolazioni e le ossa equivale alla assunzione di una bistecca (anche questa è molto ricca di collagene 1 e 3) con la speranza che il collagene che c’è al suo interno vada spontaneamente a posizionarsi nelle ossa, nelle articolazioni o nelle cartilagini guarendole…
Il collagene ingerito con gli integratori, esattamente come quello della bistecca, viene digerito e frantumato in pezzettini che rappresentano dei residui proteici ma non possono vantare gli effetti terapeutici descritti spesso nelle comunicazioni pubblicitarie che ne accompagnano la vendita o la promozione.
Sono infatti descritti anche casi di reazione alla assunzione o alla somministrazione di collagene nello stesso modo in cui possono verificarsi fenomeni reattivi alla introduzione rilevante di proteine bovine.
Gli effetti positivi di questo tipo di collagene si hanno quando nella composizione del preparato sono aggiunte sostanze realmente utili come il MSM, la Boswellia, l’Artiglio del diavolo, la Glucosammina e altro ancora.
Esiste invece un tipo di collagene che svolge una specifica funzione antinfiammatoria. Si tratta del collagene nativo non denaturato, talvolta indicato come UC-II (Undenaturated Collagen type 2), ottenuto dalla cartilagine aviaria e che deve essere assunto a digiuno (o almeno a stomaco vuoto da qualche ora) proprio perché l’effetto è di tipo modulante l’infiammazione articolare.
La dose d’uso è infatti di soli 40 mg al giorno, una singola capsula da prendere al mattino a digiuno come prima sostanza ingerita, lasciando poi qualche minuto di attesa prima di mangiare altro (tra i prodotti che mi trovo a suggerire c’è ad esempio Collanol, che contiene anche un particolare estratto antinfiammatorio di Curcuma longa, oppure Forza 7).
Fin dal 2009, su International Journal of Medical Science, per il collagene UC-II sono state descritte l’efficacia e la sicurezza d’uso nel trattamento dell’artrite del ginocchio, e i lavori pubblicati in questo senso sono stati da allora progressivamente sempre più numerosi.
La sua efficacia è stata valutata anche su modelli animali, come nel lavoro pubblicato su Scientific reports nel 2023, in cui si è visto che anche nell’artrite indotta da un agente chimico irritativo la sua azione antinfiammatoria e riparativa è rimasta elevata, riuscendo a ridurre alcuni aspetti infiammatori delle articolazioni malate.
Tra i prodotti che amo affiancare a questo tipo di trattamento cito i miei due “preferiti”.
Artrowell di Driatec, di cui prendere almeno 2 capsule al giorno anche per lunghi periodi, e Ribilla di Zerotox, con un dosaggio prolungato di 2 perle al dì, amplificabile a 4 al giorno in fasi di maggiore intensità infiammatoria.
Artrowell affianca una serie di prodotti ottimi, tutti già studiati e documentati in letteratura scientifica come antinfiammatori e di supporto al rimodellamento osteoarticolare.
Tra questi il MSM (Metil Sulfonil Metanolo), la Boswellia serrata (fitoterapico antico che non a caso è oggi utilizzato anche per le malattie infiammatorie intestinali), l’Artiglio del diavolo o Harpagophytum procumbens, di cui sono note tradizionalmente le azioni antiartritiche, e la Glucosammina, presente in tutti gli integratori che “mirano” alle articolazioni.
Ribilla ha questa caratteristica anti-infiammatoria dovuta all’azione degli Omega 3 vegetali della Perilla (Acido Alfa Linolenico ALA di derivazione solo vegetale) che negli ultimi anni ha integrato l’armamentario a disposizione dei medici e soprattutto dei pazienti per combattere l’infiammazione e il dolore articolare.