Altro che problemi di salute: e se le pubblicità seducenti ci salvassero la vita?
Nello scorso fine settimana ha fatto scalpore la notizia riportata da Libero secondo la quale un disegno di legge sarebbe stato presentato dal PD per vietare l’affissione di qualsiasi immagine di donna il cui corpo sia usato come elemento pubblicitario.
Al di là di qualsiasi considerazione politica, di tipo maschilista o femminista, e di gestione della propria libertà, quello che più ci ha colpito è stata la motivazione di tale proposta: le immagini di donne toniche e magre che sono ormai le sole che si vedono sui cartelloni o sulle riviste indurrebbero, secondo chi abbia pensato il decreto, “depressione e disturbi dell’alimentazione”.
Una prima immediata considerazione potrebbe essere che in questo momento è l’anoressia maschile quella maggiormente in crescita. Il fatto che tale attenzione sia mancata, pone già di per sé qualche dubbio.
Ci si soffermi ora sull’aspetto puramente sanitario dell’affermazione: sono sempre di più gli studi che mostrano come una situazione in cui siano mostrate o siano presenti persone più paffute (donne o uomini) crei un ambiente complessivamente più grasso poiché cambia la percezione di “normalità” indotta dalle immagini circostanti.
Ora, è noto ai più che oggi la maggior parte delle problematiche di tipo sanitario presenti all’interno del nostro paese (si pensi ad esempio alle patologie cardiovascolari e al cancro, prime due cause di morte) è dovuta o influenzata in maniera più o meno precisa da una massa corporea aumentata e da un eccesso di massa grassa con infiammazione conseguente o concomitante.
Probabilmente, il fatto che ancora (anche con un poco di non “correttezza politica”) i cartelloni delle nostre città rappresentino donne (ad oggi) sane, belle e magre in maniera positiva, è ciò che salva una buona fetta di popolazione dal diventare più grassi, senza nemmeno accorgersene.
Da anni in Italia esiste una legge che vieta a taglie eccessivamente ridotte di apparire in qualsiasi copertina o immagine a grande diffusione e ad oggi, ad esempio, risultano molto più problematici manichini dalle forme veramente non compatibili con uno stato di salute adeguato ancora presenti in moltissimi negozi e boutique.
Un modello è positivo nel momento in cui chi lo rappresenti sia una persona sana, o compatibile con un’immagine di sensata “salute”. Mirare a raggiungere uno status di salute buono, è una cosa positiva quando si abbiano mezzi utili e coscienziosi con cui raggiungerlo.
Forse, il vero problema è chi, ancora, e lontano da un concetto di scientificità anche minima, continua senza distinzione alcuna a ripetere in maniera ridicola e vergognosa che l’unico modo per perdere peso e restare in forma sia la restrizione calorica.
Tale fesseria, lontana da un più moderno, sensato e salutare concetto di segnale e di segnale infiammatorio, insieme alle pubblicità anche per bambini che (altro che corpo femminile) inneggiano a prime colazioni fatte di soli zuccheri, sono probabilmente dei problemi più (e molto più) gravi per la salute psichica e fisica di italiani che si trovano a non saper dove sbattere la testa per raggiungere quelli che ritengono progetti di sana e serena salute.