Le mille virtù delle arance
DOMANDA
Adoro l’inverno perché ci sono le arance. Ne mangerei a quintali: a prima colazione spremute, a pranzo come frutta e la cena spesso mi capita di utilizzarle per cucinare. Ci sono controindicazioni a mangiare così tante arance? Dovrei darmi una regolata?
RISPOSTA
Gentilissima lettrice,
il periodo migliore per gustare le arance è proprio l’inverno. Il loro profumo persistente riporta alla mente il calore del focolare domestico e il Natale.
Non a caso, l’arancia è l’agrume più conosciuto e coltivato al mondo e esistono diverse varietà: soltanto in Italia se ne contano più di 20 tipi.
Si distinguono soprattutto per il colore della polpa: le rosse con le varietà moro, sanguinello e tarocco sono adatte ad essere spremute; le bionde con le varietà naveline, valencia e ovale sono ottime da gustare a spicchi.
Questo frutto succoso si presta a svariate ricette: è gradevole nelle insalate invernali come quella di finocchi e noci e si sposa bene con le carni (pensiamo all’anatra all’arancia) favorendo l’assorbimento del ferro in esse contenuto.
Questo delizioso agrume è costituito per l’80% da acqua, è ricco di fibra e contiene poche calorie, tra le 34-40 kcal per etto, e per questo è considerato un alleato della linea.
Ottima fonte di minerali come calcio, fosforo, potassio, selenio, l’arancia è inoltre ricca di antiossidanti, che aiutano a contrastare l’invecchiamento cellulare causato dai radicali liberi, a rinforzare il sistema immunitario e a rendere più efficiente il metabolismo. Contiene vitamina C, A, B1, B2 e alcuni acidi organici, come l’acido citrico che svolge un’azione alcanizzante e favorisce la digestione. I citroflavonoidi contenuti nell’arancia aiutano anche a rinforzare la parete dei capillari e a rigenerare il tessuto connettivo.
Per sfruttarne appieno tutte le proprietà, consiglio il consumo del frutto intero, compreso il callo bianco che si trova sotto la buccia. La fibra contenuta in questa parte dell’agrume aiuta a regolare l’assorbimento degli zuccheri presenti nella polpa e nel succo e aiuta il transito intestinale riducendo i fenomeni putrefattivi.
Un consumo eccessivo di arance è sconsigliato in caso di gastrite, anche se alcune persone le tollerano senza problemi.
Chi ha problemi di glicemia dovrebbe ricordare che 100 grammi di arancia apportano circa 11-12 grammi di carboidrati di cui circa 8-9 grammi di zuccheri semplici. In questi casi è preferibile il consumo del frutto intero, comprensivo delle callo bianco, invece di limitarsi solo al succo.
La fibra solubile presente nella parte edibile, oltre ad conferire un potere saziante maggiore, aiuta a modulare l’assorbimento degli zuccheri evitando picchi glicemici importanti.
Inoltre, per ottenere un bicchiere di succo d’arancio sono necessari almeno due frutti, quindi, il doppio degli zuccheri con la metà del potere saziante.
Come qualunque altro alimento è bene inserirlo in una dieta variata che comprenda l’uso di tutta la frutta di stagione.
In caso di un uso particolarmente frequente e abbondante di arance, ne consiglio l’astensione settimanale di un giorno o due come si consiglia di fare con gli alimenti maggiormente presenti nella dieta di tutti i giorni.