Quell’eccesso di zuccheri che aumenta infiammazione, allergie e infezioni
Gli zuccheri sono parte integrante del piacere legato al cibo, ma il loro uso eccessivo o sistematico può determinare reazioni infiammatorie molto intense e contribuire a creare resistenza insulinica, alterare il metabolismo e facilitare lo lo sviluppo di malattie degenerative.
È quindi indispensabile capire cosa succede in ogni singola persona attraverso la valutazione personalizzata degli effetti degli zuccheri sull’intero organismo.
Dal 2017 si è compreso che una gran parte delle reazioni infiammatorie, allergiche o similallergiche (si parla addirittura del 62%) può dipendere dalla presenza di glicotossine, cioè di sostanze derivate dai diversi tipi di zuccheri che vanno a “caramellare” enzimi o proteine dell’organismo.
La scienza chiama queste sostanze “allarmine” giusto per avere una indicazione di quale possa essere la loro azione. Si tratta di sostanze con alto potere ossidante, in grado di cambiare profondamente la funzione delle molecole che vanno a legare e, appunto, a glicare.
Di recente abbiamo evidenziato su Eurosalus quanto la glicazione, dovuta all’eccesso individuale di glucosio, fruttosio e alcol (che viene metabolizzato dall’organismo attraverso le stesse vie) possa essere legata alla steatosi epatica o alle forme asmatiche.
Le tre forme di infiammazione correlate al cibo. Una evoluzione scientifica che coinvolge tutti
Scoprire che la riduzione degli zuccheri semplici può fare regredire nettamente il fegato grasso e che bloccando i prodotti di glicazione si ottiene, in modelli sperimentali, un controllo completo dei fenomeni asmatici fa riflettere profondamente sulla possibile utilità di un cambio nelle modalità alimentari per affrontare questi tipi di patologia.
Lo studio della infiammazione correlata agli alimenti, con la valutazione di BAFF, PAF e del profilo alimentare individuale, si affianca quindi alla valutazione di Metilgliossale e Albumina glicata per capire quale sia il livello reale di assunzione zuccherina in ogni persona e per valutare quindi la necessità di regolarlo.
La possibilità di misurare questi livelli di glicazione e di analizzare anche la predisposizione genetica a malattie correlate con gli eccessi zuccherini sarà disponibile per il pubblico dai primi mesi del 2020, ma i lavori sperimentali già in corso e le prove sul campo già effettuate stanno evidenziando risultati molto incoraggianti.
Lavorando ormai da molti anni sul tema dell’infiammazione, queste evidenze mi fanno capire sempre di più l’importanza della relazione che lega la nutrizione a molte patologie, sia acute sia croniche.
Importante è anche definire perché i prodotti di glicazione facilitano una risposta di tipo similallergico e perché ad esempio, un eccesso di glicazione sostenga lo sviluppo di forme infettive ricorrenti, che vanno dalle candidosi vaginali alle faringiti recidivanti.
Un articolo pubblicato su BMC Immunology nel luglio 2018 da un gruppo di ricercatori britannici ha evidenziato che quando i macrofagi (cellule immunitarie che si occupano anche della difesa dalle infezioni) sono esposti a elevati livelli di zuccheri diventano molto più sensibili alla azione delle citochine infiammatorie e contemporaneamente riducono drammaticamente la capacità difensiva dalle infezioni (Pavlou S et al, BMC Immunol. 2018 Jul 11;19(1):24. doi: 10.1186/s12865-018-0261-0).
Si tratta esattamente del fenomeno che abbiamo descritto precedentemente: bastano stimoli minimi per attivare i macrofagi, generando reazioni infiammatorie. A quel punto i macrofagi non sono più in grado di difendere l’organismo come dovrebbero. Sembra che il meccanismo dipenda da un effetto da “troppo pieno” generato dagli zuccheri. Le cellule non sembrano più in grado di metabolizzare gli zuccheri, come se ne avessero incontrato troppo e non fossero quindi più in grado di funzionare nel modo adeguato.
Questo rispecchia l’indicazione che nel nostro centro diamo da sempre sul tema degli zuccheri. Non sono alimenti negativi. Sono alimenti ottimi, visto che abbiamo addirittura degli ormoni che ne stimolano la ricerca, ma il loro utilizzo deve essere attento, lasciando all’organismo lo spazio di recupero dagli eccessi che nella società attuale sono purtroppo estremamente frequenti.
Il controllo della resistenza insulinica, che si ottiene conoscendo l’infiammazione dovuta agli eccessi di alcuni alimenti e quella dovuta agli eccessi di zuccheri, consente efficacemente di gettare le basi del proprio benessere.
Purtroppo né l’emoglobina glicata né la glicemia a digiuno sono in grado di evidenziare gli effetti della glicazione se non in modo tardivo, a diabete già sviluppato. Anticipare la comprensione dei possibili danni da zuccheri prima che siano evidenti dalle indicazioni della emoglobina glicata può consentire una vera azione preventiva sullo sviluppo del diabete e delle sue conseguenze.
E chissà che un poco di attenzione alla presenza zuccherina nell’alimentazione non aiuti anche quelle famiglie in cui le recidive infettive, le bronchiti continue e le faringiti a ripetizione non possono più essere considerate solo effetti dello sfortunato incontro con qualche virus, ma frutto anche della ripetuta utilizzazione di sostanze zuccherine.