Gelato in pausa pranzo sì o no (e come)
Con arrivo dell’estate il cono o la coppetta gelato usati come pausa pranzo sono sempre più appetibili e diffusi. Ma bisogna essere consapevoli della propria scelta per renderla il più funzionale possibile.
Intanto, c’è gelato e gelato!
Un gelato fatto in casa con l’utilizzo della sola frutta intera come “dolcificante” e l’attento uso di proteine (in genere si tratta dell’albume d’uovo per il sorbetto e di proteine del siero del latte in polvere per le creme, ma anche le alternative vegetali vanno benissimo) può essere a tutti gli effetti considerato un pasto completo.
Lo stesso non si può dire, in genere, dei gelati che si comprano ad esempio in gelateria o al supermercato.
In questi casi il gelato è di solito molto più un dolce goloso, con tanti zuccheri a rapido assorbimento (decisamente più concentrati che nella frutta intera), mediamente poca fibra, poche vitamine, e decisamente poche proteine. Anche nei gelati arricchiti di proteine che ogni tanto si trovano in giro è difficile arrivare al target suggerito per pasto di 25-30 grammi per l’adulto.
Il rischio, quando il gelato è il pranzo, è quindi quello di non fornire i nutrienti utili alla propria salute e, a causa dell’elevato carico glicemico, ritrovarsi nel pomeriggio lavorativo più stanchi o affamati del previsto o con la mente più annebbiata di quanto sarebbe funzionale.
Inoltre, il pranzo gelato avrà regalato un picco di zuccheri nel sangue decisamente poco sano, in particolare per chi è predisposto al diabete o deve tenere controllata la glicemia e molto poco funzionale in vista della “prova costume”.
Più il gelato è elevato in zuccheri semplici contenuti, peggiore è il risultato.
Il modo per “tamponare” gli effetti del gelato in pausa pranzo c’è, ed è simile a quello che si usa per qualsiasi dessert: accompagnare con una buona quota di proteine e grassi buoni, riduzione della porzione dolce e (per fare il pieno anche di fibra, antiossidanti e vitamine) ricordarsi di abbinare della frutta e/o della verdura (meglio in questo caso) cruda.
Nella pratica quindi una pausa pranzo più sana e che contenga il gelato può essere fatta con: una bella insalata mista (che contenga una giusta – e quindi in genere abbondante – quota di proteine e un bel po’ di grassi buoni – ad esempio semi oleosi e/o olio extra vergine) e una pallina di gelato, da scegliere il più buona possibile, a concludere.
Inoltre, è utile che al dessert venga dato un ruolo marginale e occasionale, lontano dalla quotidianità: nessun problema quando la quotidianità è sana e il gelato o il dessert c’è una volta ogni tanto, ma è meglio evitare il dolcificato nella propria quotidianità.
Benvenuto gelato quindi, scelto con gusto e abbinato con sapienza, anche in pausa pranzo, una volta ogni tanto.