Iperico, la pianta del sorriso
L’iperico è una pianta erbacea che cresce in campagna e ai margini dei boschi di conifere. I suoi fiori, di un bellissimo giallo oro, che invoglia alla gioia, fioriscono in giugno e luglio.
È una delle piante ormai più conosciute ed entrate nell’uso comune come uno dei più efficaci tra i rimedi naturali contro la depressione.
La sua azione in effetti è stata studiata in numerose ricerche scientifiche, che ne hanno confermato in pieno l’indicazione per le forme di depressione lieve e media, inizialmente con qualche dubbio invece per le forme di depressione maggiore.
Oggi tuttavia, una ricerca tedesca (British Medical Journal, 2005; doi: 10.1136/bmj.38356.6 55266.82) segnala come, in confronto alla paroxetina, l’iperico sia in grado di ridurre maggiormente i sintomi e di agire su un numero superiore di pazienti. Anche in una depressione maggiore, come quella trattata in questo studio, i sintomi si sono risolti nella metà dei depressi, mentre nel gruppo trattato col farmaco la sintomatologia è scomparsa solo in un terzo dei pazienti.
Essendo ben noti gli effetti collaterali di molti psicofarmaci, ha sicuramente una portata rivoluzionaria uno studio nel quale si afferma che l’iperico ha un’efficacia almeno simile a quella di un farmaco come la paroxetina, anche nei casi di una certa gravità.
Il costituente principale dell’estratto secco è l’ipericina, che possiede una spiccata attività antidepressiva.
Per questo motivo, per ottenere la maggior efficacia, va assunto in capsule di estratto secco.
Meno efficace come antidepressivo è la tintura madre (estratto liquido) o l’olio, che per il suo contenuto di flavonoidi, possiede invece una maggiore attività immunomodulante e antinfiammatoria.
L’iperico determina un innalzamento del tono dell’umore che compare circa 3-4 settimane dopo l’inizio del trattamento, un po’ più lentamente quindi rispetto ai farmaci, ma risulta essere ben tollerato dalla maggior parte delle persone. Il dosaggio è di circa 300 mg per 2-3 volte al giorno, in capsule (estratto secco), per almeno 2-3 mesi.
Può essere inoltre associato a piante ad azione ansiolitica e calmante (come il tiglio o il kawa-kawa) e ai farmaci dello stesso tipo (le classiche benzodiazepine), mentre è meglio non associarlo a piante ad attività leggermente ipnotica (come ad esempio l’escholtzia).
Inoltre è stato segnalato che l’iperico può causare fenomeni di fotosensibilizzazione: se ne sconsiglia quindi l’assunzione durante i periodi di esposizione solare più intensa, in particolare per i soggetti con carnagione chiara o che soffrono di eritema solare.