Quando la disidratazione diventa un rischio
Perdere acqua oltre un certo limite determina danni importanti per l’organismo, e soprattutto quando le temperature ambientali restano elevate a lungo, anche nelle ore serali e notturne, è bene imparare a riconoscerne i segnali preliminari per intervenire rapidamente, soprattutto quando sono interessati gli anziani oppure i bambini.
La Fondazione Italiana del Rene ha codificato in modo semplice i sintomi più rilevanti, che trasferisco qui con qualche adattamento:
Considero un segnale di possibile disidratazione anche la facile recidiva dei crampi (qui l’articolo “I crampi muscolari: da calore, da carenza di magnesio o da mancanza d’acqua?”). Inoltre va tenuto presente che tra le cause acute di disidratazione ci può essere una forma di diarrea, che sottraendo l’acqua e il potassio all’organismo contribuisce in modo specifico alla disidratazione e alla comparsa dei sintomi segnalati.
Come spiegato e descritto poco sopra, i sintomi che compaiono non sono solo la sete o le labbra screpolate o la pelle secca, ma anche quelli legati al possibile degrado della funzione cognitiva e alle alterazioni del tono dell’umore, come spiegato su queste pagine dall’articolo “La giusta idratazione per il buonumore e le labbra secche” di Michela Carola Speciani. In relazione alla stanchezza anche un articolo del 2020 di Flavia Lucca, dal titolo “Idratarsi è importante”, spiega perché l’acqua è fondamentale per l’equilibrio dell’intero organismo.
In un articolo pubblicato su Eurosalus nel marzo del 2022 descrivevo l’importanza della valutazione della concentrazione urinaria e spiegavo come rendersi conto del suo innalzamento. Se la “pipì” è molto concentrata, è indispensabile dare acqua all’organismo, nella quantità giusta.
Nella mia attività clinica, che svolgo insieme ai medici e ai nutrizionisti del centro SMA di Milano, ci troviamo spesso a parlare di peso specifico delle urine (riportato come “p. s.” nell’esame delle urine). Io inizio a discutere coi miei pazienti quando supera il valore di 1,024. Passo lo sguardo tra gli esami e dico: “Sembra di leggere che lei beva poco” e in genere la risposta è: “Come fa a saperlo?”.
Lo si riesce a capire proprio perché si legge quel numerino tra gli esami, che conferma una concentrazione elevata di urina e che stimola il pensiero nella direzione della disidratazione. E quando vedo valori di 1,027 o 1,034 o oltre, in genere uso una metafora molto precisa, spiegando che è come se anziché buttare fuori una “pipì liquida”, nella occasione dell’esame stessero rotolando cubetti di urina concentrata lungo l’uretere.
Questo è tra l’altro molto frequentemente causa di accumulo di sabbietta ureterale, la cosiddetta renella, che causa coliche ripetute, quasi sempre trattabili con un po’ di Magnesio, un po’ di Depur e molta più acqua del solito.
Riporto qui di seguito le indicazioni espresse con precisione dalla dottoressa Valentina Chiozzi nell’articolo “Idratazione: fabbisogno minimo d’acqua e trucchi per bere di più”.
La sensazione di sete è regolata da neuroni ipotalamici che avvertono quando l’idratazione non è sufficiente. Tuttavia, in condizioni di stress fisico ed emotivo, la percezione della sete può essere alterata e non venire percepita.
Questo vale per gli atleti durante una gara ma anche per le persone comuni che, prese dalle attività e dalle tensioni quotidiane, si dimenticano di bere sperimentando precocemente stanchezza, irritabilità e difficoltà di concentrazione. In genere la sensazione di sete arriva in ritardo, quando cioè l’organismo è già carente di acqua. Soprattutto gli sportivi devono abituarsi a bere “obbligatoriamente” prima ancora di sentire la sete. La disidratazione già iniziata (cioè quando si ha finalmente la percezione della sete) ha già ridotto l’efficienza fisica del 10-12%.
È importante agire in anticipo, e prevenire la disidratazione e i suoi sintomi con qualche piccolo trucco:
1. Iniziare a bere fin dal risveglio. Dopo 7-8 ore di sonno, l’organismo ha bisogno di acqua. Uno o due bicchieri d’acqua aiuteranno a partire idratati.
2. Portare con sé una borraccia o una bottiglia di acqua sorseggiandone spesso il contenuto.
3. Tenere sempre una borraccia o una bottiglia d’acqua sulla scrivania o sul posto di lavoro e cercare di finirla nella giornata. Se la bottiglia da litro spaventa, si può sempre optare per bottiglie piccole che verranno riempite di volta volta. Il fatto che vengano finite più facilmente, sono spesso uno stimolo o una sfida in chi è più in difficoltà nel percepire la sensazione di sete.
4. Utilizzare tisane e infusi senza zuccheri. Dare un gusto all’acqua può facilitarne l’assunzione. Per chi non ama le tisane, può essere utile l’aggiunta di qualche fetta di limone o erbe aromatiche o qualche pezzetto di frutta per conferire all’acqua un sapore più gradevole. Ci sono molte ricette per preparare acque aromatizzate, utilizzando ad esempio zenzero, cannella, salvia ecc. da lasciare in infusione a freddo insieme a pezzetti di frutta o verdura.
5. Anche i brodi possono essere d’aiuto, soprattutto per chi suda molto, perché oltre ai liquidi permettono anche il reintegro di una buona quantità di sali minerali.
6. Consumare buone quantità di frutta e verdura che oltre all’acqua contengono sali minerali e contribuiscono per il 20%-30% all’introito idrico giornaliero.
7. Alternare l’acqua naturale e quella frizzante. Le bollicine stimolano i recettori presenti nel cavo orale. La percezione è di essere più dissetati e la sensazione è istantanea. Questo senso di appagamento, porterà a bere di più.
8. Alcune applicazioni sul telefono possono essere utili sia per tenere monitorato il consumo d’acqua e sia per ricordare di bere durante il giorno attraverso dei promemoria inviati sul telefono.
Senza acqua si vive male e senza molta acqua si possono verificare situazioni patologiche di forte impatto clinico. I suggerimenti di questo articolo possono aiutare chiunque a superare con semplicità un problema evitabile con la semplice e messa in pratica di alcune regole minimali…