Una noce al giorno fa bene al cuore e alla linea
Sotto Natale arricchiscono tavole e banchetti: le noci, e più in generale i semi oleosi, sotto le Feste si tramutano in prelibati compagni di aperitivi, spuntini, amari o dessert.
Le noci (e le loro compagne) sono un ottimo supporto nutrizionale, da mangiare con serenità, anche (e soprattutto) se si sta cercando di dimagrire.
I semi oleosi sono spesso stati demonizzate per il loro alto contenuto in grasso, senza considerare i benefici o, ad esempio, che l’ingrassamento è spesso da attribuirsi all’abuso di zuccheri piuttosto che a quello di grassi o sole calorie (lo spieghiamo bene in un altro bell’articolo “Se lo zucchero ingrassa, il grasso inzucchera?”).
I grassi delle noci e dei semi in generale (crudi, e non cotti o tostati) sono per lo più insaturi, del tipo cioè che previene il rischio cardiovascolare. Lo conferma anche uno studio dei ricercatori dello Xinhua Hospital di Shangai, avendo pubblicato un’analisi di diversi studi condotti in passato rispetto alla relazione delle noci con l’ipertensione.
L’articolo, pubblicato sull’European Journal of Preventive Cardiology, mostra che il consumo di noci e semi è inversamente proporzionale allo sviluppo di ipertensione.
Noci, mandorle e nocciole: 28 grammi al giorno per abbattere la mortalità da tutte le cause
In parole semplici, mangiare noci (e nocciole, pistacchi, mandorle…) aiuta a tenere la pressione regolata.
È possibile che tale azione positiva sia da attribuire anche alla regolazione degli zuccheri nel sangue e quindi a quella dell’insulina che il pancreas secerne in loro risposta. Tale buona regolazione è dovuta proprio alla presenza dei grassi e anche delle proteine, nei semi stessi.
Questo è un elemento estremamente positivo, non solo per la salute delle arterie e del cuore ma anche per chi sia interessato al mantenimento della linea.
Il fatto, ad esempio, che qualche noce accompagni il pasto o lo spuntino o il dessert, soprattutto se la sua composizione è principalmente zuccherina o ricca in carboidrati, rallenterà l’assorbimento degli zuccheri durante la digestione.
Questo è positivo: la fame sarà regolata per più tempo e l’azione dell’insulina con le sue conseguenze (l’ormone che quando è troppo e tanto fa ingrassare) sarà meglio modulata.
Mangiare una noce, quindi, aumenta sì l’introito calorico della giornata, ma in maniera molto più funzionale (anche a parità di calorie), ad esempio, di un qualsiasi prodotto da forno (spesso considerato più efficace per il mantenimento della linea).
Dovendo scegliere tra del torrone e qualche seme oleoso, a fine pasto, sentitevi liberi di scegliere quest’ultimo.
Lasciando da parte il torrone per un attimo, pensiamo anche solo al confronto tra seme oleoso e un un cracker qualsiasi. I grassi anche “non idrogenati”, quindi teoricamente “buoni”, riportati sull’etichetta, durante il processo di cottura diventano grassi “trans” (“cattivi”), ovvero i più dannosi dannosi per la salute di vasi e cuore.
Nello stesso cracker (o grissino, o torroncino) i carboidrati (zuccheri) presenti sono inoltre poco bilanciati, così che anche a fronte di un “minimo” introito calorico l’insulina prodotta dal nostro organismo è maggiore nell’unità di tempo, con gli effetti di fame successiva e di minor regolazione dell’accumulo di grasso.
Noce batte torrone (o grissino) anche quando si parla di linea.
Una piccola notazione: attenzione all’abuso qualora si abbia problemi con il nichel, contenuto generalmente in questo tipo di alimento (soprattutto se tostato, ma in quantità minore quando si assume il seme crudo).
Una reazione infiammatoria al cibo (al nichel in questo caso) può essere comunque trattata in una logica di varietà alimentare attraverso una dieta che consenta di gestire il sovraccarico e un percorso terapeutico specifico che da anni viene applicato nel centro medico SMA di Milano.
Anche durante il Natale e le Feste, noci, mandorle, e semi oleosi (non tostati) sono doni della natura, da utilizzare con serenità e di perfetta compagnia sulla tavola, senza paura di ingrassare.