Aterosclerosi, sistema immunitario e alimentazione
L’aterosclerosi è una malattia infiammatoria cronica che coinvolge il sistema immunitario.
È caratterizzata dall’accumulo di placche formate da colesterolo, calcio, cellule infiammatorie e materiale amorfo all’interno delle pareti delle arterie. Tali placche possono portare al restringimento e alla riduzione dell’elasticità dei vasi, favorendo l’insorgenza di malattie cardiovascolari, come infarto e ischemia.
Negli anni le ricerche scientifiche hanno dimostrato l’esistenza di una relazione stretta tra aterosclerosi, infiammazione e attivazione del sistema immunitario e come spiegato nell’articolo del dottor Speciani di pochi giorni fa “E se le placche di colesterolo fossero una malattia autoimmune?”, l’alimentazione ricopre un ruolo significativo nel modulare questa relazione.
Infatti, come è noto da tempo, una dieta squilibrata, ricca di alimenti ultra-processati, zuccheri aggiunti, grassi trans-esterificati e un eccessivo apporto energetico con conseguente aumento del tessuto adiposo, contribuiscono ad aumentare l’infiammazione cronica di basso grado aumentando il rischio di insorgenza e di progressione dell’aterosclerosi.
Al contrario, una dieta ricca di verdura, frutta (quindi di antiossidanti), cereali integrali, fonti di proteine e grassi di buoni (come gli acidi grassi omega-3) è stata associata a livelli più bassi di infiammazione e di attivazione immunologica.
Nessun alimento è direttamente incriminato, pensiamo all’ingiusta e inutile demonizzazione delle uova, ma è la dieta nel suo insieme ad avere un ruolo centrale.
Oltre agli aspetti qualitativi è molto importante valutare anche i fattori legati al “modo” di nutrirsi. Infatti, la ripetitività alimentare e quindi una dieta poco variata può attivare l’autoimmunità attraverso la stimolazione di BAFF (B-Cell Activating Factor), una citochina espressa dalle cellule B ma anche da cellule della mucosa intestinale quando i cibi reagiscono con il sistema immunitario innato attraverso i recettori TLR (Tool like receptor) generando una risposta infiammatoria.
Con il test Recaller 2.0 è possibile valutare sia il profilo alimentare individuale che i livelli di BAFF e impostare una dieta di rotazione che, grazie all’aumento della varietà e ad una corretta composizione dei pasti, aiuti a modulare la componente infiammatoria e di attivazione immunologica legata alle abitudini alimentari.
Anche il controllo dei propri livelli di glicazione è un aspetto importante da considerare sia per l’effetto sulla produzione di colesterolo endogeno e il metabolismo lipidico e sia per gli effetti sullo stato infiammatorio generale. Livelli elevati di albumina glicata, sono legati ad un eccessivo consumo di zuccheri e ad un eccesso di stimolazione insulinica che a sua volta stimola la sintesi endogena di colesterolo attivando l’enzima epatico HMG-CoA reduttasi (Idrossimetilglutaril-CoA reduttasi).
Il metilgliossale MGO essendo un metabolita altamente reattivo derivato dal metabolismo cellulare del glucosio si comporta come un radicale libero compromettendo la funzione delle cellule endoteliali (evento precoce nell’aterosclerosi) e innescando infiammazione nei vasi sanguigni. Ciò promuove il reclutamento di cellule immunitarie e il rilascio di molecole pro-infiammatorie.
Riuscire a gestire questi aspetti modulando l’assunzione i zuccheri presunti e nascosti in modo proporzionale al proprio livello di glicazione è un punto importante all’interno di un percorso alimentare di prevenzione personalizzato.