Zinco e inositolo: perché si usano insieme
Una ricerca effettuata da ricercatori del National Kyushu Cancer Center di Fukuoka, in Giappone, pubblicata su Medicine nel 2023, ha evidenziato l’importante carenza di zinco in tutti i malati di forme tumorali, evidenziando che nelle persone malate che avessero anche una alterazione del fegato di tipo cirrotico questa carenza era ancora più grave.
Il dato in sé, emerso da uno studio osservazionale, è di forte interesse perché va a confermare indirettamente quanto viene spesso fatto a supporto della terapia antitumorale sul piano clinico.
Integrare minerali antiossidanti come zinco, rame, manganese e selenio è infatti considerato da molti clinici una importante possibilità di supporto al riequilibrio del sistema immunitario per aiutare la difesa antitumorale.
Nel centro SMA in cui lavoro il necessario supporto alle malattie tumorali ci porta spesso a prescrivere minerali (ad esempio Oximix Multi+ o Oximix 2+) che si integrano alla impostazione dietetica personalizzata.
La connessione con lo squilibrio del fegato, rilevato dai ricercatori giapponesi, porta ancora di più a comprendere perché un integratore importante come l’inositolo possa trovare un impiego non solo nelle persone con malattie epatiche ma anche in caso di tumore.
Inositolo, infatti, è un fine regolatore del metabolismo e supporta l’azione dei mitocondri, agendo quindi a supporto della azione di organi ricchi di mitocondri come fegato e pancreas.
Una corretta azione del fegato è indispensabile per la regolazione degli zuccheri e questo è uno dei temi di tipo nutrizionale che meglio si integra alle novità che legano glicazione e malattie tumorali.
Sulle pagine di Eurosalus abbiamo spesso richiamato la documentata correlazione tra uso individualmente eccessivo di zuccheri e forme tumorali.
In particolare ritengo da rileggere due articoli.
Il primo spiega perché le forme tumorali riescono a costruire con gli zuccheri una specie di “scudo” con il quale si difendono dal sistema immunitario e dagli attacchi della chemioterapia.
Il secondo discute il ruolo del metilgliossale come biomarcatore della variabilità glicemica, che raddoppia il “rischio morte” da qualsiasi causa.
Per questo l’uso dell’inositolo affiancato allo zinco e al manganese (come in Inositox Zerotox, al dosaggio di 2 cp al giorno anche per periodi prolungati) contribuisce all’apporto di zinco e al supporto alla funzione epatica in modo contemporaneo. Sia a livello preventivo sia a livello terapeutico.
Non è casuale che GEK Lab studi il metilgliossale, sostanza che si pone all’origine della catena degli AGEs, e riesca, grazie alla misurazione della glicazione, a indicare le Unità Zuccherine settimanali adeguate ad evitare la progressione di numerose malattie correlate agli zuccheri.
Significa che non si deve mai eliminare lo zucchero ma semplicemente imparare a usarlo in alcuni pasti della settimana nel modo corretto.
Seguendo l’andamento del livelli di glicazione si può capire cosa succede degli zuccheri nel proprio organismo e definire se l’alimentazione seguita è adatta o meno a mantenere elevate le migliori possibilità di sopravvivenza.