Stress e rischio tumore

16 Marzo 2025
Stress e rischio tumore

Spesso, quando si parla di relazione tra stress e cancro, si dice che “è ovvio che una persona malata di cancro possa essere più depressa e angosciata di una persona sana”.

In realtà, invece, come oggi conferma anche uno studio pubblicato su JAMA Network nel febbraio 2025, le alterazioni dell’umore e la percezione dello stress possono precedere e contribuire a stimolare la   nascita stessa delle forme tumorali. 

Non si tratta certo di un’idea nuova, perché fin dal “De Rerum Natura” di Lucrezio si ipotizzava una specifica condizione di disagio psichico alla base di alcune malattie tra cui quelle tumorali ma stanno sicuramente crescendo le conferme scientifiche di questo aspetto.

Negli anni si sono ovviamente evolute numerose altre ipotesi di lavoro ma in ambito scientifico la documentazione clinica ha bisogno di numeri e di ripetibilità e questa è spesso mancata.

La relazione tra sofferenza psichica, stress e sviluppo di forme tumorali è sempre più documentata, suggerendo quindi l'applicazione di ulteriori strumenti per aiutare sia la prevenzione sia la terapia.

Intorno agli anni 80 del secolo scorso, il lavoro di ricerca di mio papà, Luigi Oreste Speciani, sulla misurazione dei livelli di stress indotto da eventi ben definiti ha consentito di dare sostanza alla “Teoria psicosomatica del cancro” in cui gli indici di gravità dell’evento, della vicinanza all’evento e del tempo trascorso dall’evento stressogeno consentivano di calcolare in modo personalizzato il rischio di sviluppare la malattia in relazione agli eventi stressogeni.

La stessa Rita Levi Montalcini ha ricevuto il premio Nobel per la Medicina per i suoi studi sul NGF (Nerve Growth Factor) che può anche fare da ponte tra un evento stressogeno (che porta alla produzione alterata di NGF) e la modifica del Sistema Immunitario (qui il mio articolo “Il mio ultimo incontro con Rita Levi Montalcini”) gettando le basi per la crescita della malattia tumorale.

Importante è anche richiamare in anni sempre più recenti le indicazioni di Polly Matzinger per lo sviluppo delle malattie autoimmuni e per le alterazioni di funzionamento del sistema immunitario legate alla percezione di uno stato di allarme o di pericolo anche psichico che possono portare allo sviluppo di autoimmunità o di malattie degenerative tumorali.

La nascita di una forma tumorale è sempre legata ad aspetti multifattoriali e basta leggere quanto descritto sulla rilevanza della glicazione o sulla semplice assunzione di alimenti ultraprocessati (UPF) per comprendere solo alcuni degli aspetti nutrizionali oggi accertati di sicuro stimolo alla genesi tumorale che si affiancano a tutte le atre cause già conosciute.

Ora, gli autori del lavoro pubblicato su JAMA Network citato all’inizio dell’articolo hanno identificato con precisione (in un gruppo di donne bianche e nere con tumore del seno) le condizioni stressogene pre-esistenti alla diagnosi tumorale trovando associazioni altamente significative con la misurazione di specifici biomarcatori e con lo sviluppo della malattia del seno.

Sono stati valutati attraverso scale validate lo stress percepito, la percezione di inadeguato o insufficiente supporto sociale, la sofferenza per la discriminazione razziale o etnica e la mancanza di relazioni di vicinanza, dovute ad esempio allo spostamento abitativo voluto o meno che fosse.

Questi elementi stressogeni (che sono solo alcuni di quelli possibili) sono stati correlati in modo preciso con biomarcatori dello sviluppo della malattia tumorale o della inibizione del Sistema Immunitario, prodromici alla malattia. 

Nel parlare comune ci sono moltissimi altri aspetti di percezione dello stress come (cito tra i più importanti) la morte di un familiare, la perdita del proprio lavoro, la chiusura di una relazione affettiva o il tormento di una relazione disturbata che sono spesso considerati (anche da medici esperti) come fenomeni che si trovano frequentemente alla base del successivo sviluppo del cancro come riportato da Medscape in un chiarissimo articolo recente

In genere questi traumi ed eventi stressogeni sono vissuti da 1 a 2 anni prima della manifestazione clinica della malattia, come se l’organismo, in modo inconsapevole, avesse detto a se stesso “non ce la faccio più” chiudendo i rubinetti di funzionamento del sistema immunitario e lasciando spazio alla crescita tumorale non più controllata. 

Ed è importante sapere che la terapia delle forme tumorali non può essere solo psichica (come molti “santoni” invitano a fare) ma deve integrare aspetti farmacologici, nutrizionali e di supporto psicologico per migliorare le possibilità di guarigione ed evitare le recidive. 

Ci basta citare ad esempio la ricerca svolta intorno al 1990 dai coniugi Simonton, due oncologi radioterapisti, che mentre svolgevano il loro lavoro, facendo la radioterapia ai malati tumorali, hanno scoperto e in parte codificato che certi tipi di esercizi mentali consentivano ai loro pazienti di avere una sopravvivenza nettamente superiore rispetto a quella di chi veniva irradiato e basta; a dimostrazione quindi di quanto sia importante la “testa” nella genesi e nel mantenimento di una forma tumorale.

In molti centri oncologici ora si pensa anche al supporto psicoterapeutico per i malati tumorali che non può fermarsi solo all’affrontare ad esempio la diversità corporea residuata da un intervento chirurgico, ma dovrebbe andare anche più profondamente a supportare attraverso le forme più adatte di psicoterapia o di guida comportamentale o di analisi la ricerca del proprio riequilibrio rispetto ai traumi percepiti all’origine della malattia. 

Intendo che non è sempre necessario andare a scoprire i traumi subiti nell’infanzia quando una donna sviluppa un cancro del seno 18 mesi dopo avere perso il proprio compagno. Si può e si deve lavorare su quell’evento con forme di terapia psicologica, con i farmaci più congrui, e con l’integrazione nutrizionale personalizzata più adatta alla singola persona.

Per fare anche una semplice carrellata informativa su tutti i metodi possibili per stimolare una persona a recuperare la propria integrità psico-fisica, per affrontare nel migliore dei modi il superamento della propria condizione di malattia, dovremmo riempire molte pagine.

È invece importante precisare che la speranza della vittoria sul cancro non è solo nascosta nei “prossimi dieci o venti anni di studio o finanziamenti” ma anche dentro a ciascuno di noi.

L’unico mezzo per vincere è stimolare questa capacità individuale, con tutti i mezzi possibili, associando contemporaneamente le terapie più idonee a migliorare la situazione nel rispetto dell’individuo.

Come più volte indicato da queste pagine, soprattutto per gli aspetti dovuti alla glicazione che ossida le sostanze organiche, provoca resistenza insulinica, modifica la struttura del DNA di molte cellule e determina la comparsa di fenomeni depressivi, è ormai certo che i livelli di glicazione si possono misurare con efficacia controllando anche gli effetti dei propri cambi alimentari a distanza di poche settimane da quando si inizi a nutrirsi in modo più corretto e consentendo quel follow-up nutrizionale che è esso stesso un ulteriore supporto fisico, biologico e psicologico al recupero della propria autostima terapeutica.