Come viene metabolizzato l’alcol e perché il consumo eccessivo è dannoso per la salute?

26 Marzo 2025
Come viene metabolizzato l'alcol e perché il consumo eccessivo è dannoso per la salute?

Le bevande alcoliche sono ampiamente consumate in tutto il mondo, spesso in associazione a momenti di socializzazione e celebrazione. Tuttavia, non tutti conoscono come l’alcol o etanolo, in esse contenuto, viene metabolizzato dall’organismo e perché un consumo eccessivo può essere veramente dannoso.

Dopo l’ingestione, l’etanolo viene assorbito per circa il 20 % attraverso la mucosa dello stomaco e per il restante 80 % attraverso l’intestino tenue ed essendo solubile in acqua, passa rapidamente nel sangue raggiungendo organi vitali come il cervello e il fegato. La velocità di assorbimento dipende da vari fattori come il tipo di bevanda, la presenza di cibo nello stomaco e le caratteristiche individuali. 

La presenza di cibo nello stomaco rallenta l’assorbimento, poiché riduce il contatto dell’alcol con la parete gastrica e rende più graduale il passaggio nell’intestino tenue. Ecco perché è importante bere mangiando e mai a stomaco a vuoto!

La ricerca scientifica ha dimostrano che l’alcol ha una specifica tossicità sulle cellule nervose e può comprometterne la funzionalità soprattutto nelle aree legate alla coordinazione motoria e l’apprendimento. L’organismo però è dotato di sistemi enzimatici in grado di metabolizzarlo e renderlo meno tossico.

Il processo di metabolizzazione dell’alcol avviene principalmente nel fegato, attraverso un processo in due step che coinvolge due enzimi fondamentali, l’alcol deidrogenasi (ADH) e l’acetaldeide deidrogenasi (ALDH). 

L’Alcol deidrogenasi (ADH) trasforma l’alcol in acetaldeide, una sostanza tossica che causa molti degli effetti negativi dell’alcol, come il mal di testa e la nausea associati ai “postumi” o alla sbornia.

L’Acetaldeide deidrogenasi (ALDH) converte l’acetaldeide in acetato, una sostanza meno tossica, che viene poi trasformata in anidride carbonica e acqua, eliminati dal corpo principalmente attraverso il respiro e le urine.

Come già accennato, ci sono più fattori che influenzano l’assorbimento e il metabolismo dell’alcol, come il sesso, l’età, le condizioni di salute generali e la genetica. Le donne, ad esempio, tendono a metabolizzare questa sostanza più lentamente rispetto agli uomini, a causa di livelli più bassi di ADH.

Inoltre, alcune persone hanno varianti degli enzimi ADH e ALDH che influiscono sulla velocità di metabolizzazione dell’etanolo, causando una maggiore sensibilità o resistenza ai sui effetti. Ad esempio, alcune popolazioni asiatiche hanno una ridotta attività dell’ALDH, il che porta ad un accumulo di acetaldeide e una maggiore probabilità di reazioni avverse.

Anche con l’avanzare dell’età, l’efficienza epatica tende a ridursi mentre nei bambini e nei ragazzi il sistema enzimatico di detossificazione è immaturo per cui i giovani fino a circa 20 anni sono più esposti al rischio di intossicazione da alcol e danni neurologici.

Un altro enzima che può metabolizzare l’etanolo è il CYP2E1, appartenente al complesso del citocromo P450. Questo enzima è presente nel fegato e normalmente la sua funzione è quella di metabolizzare farmaci e sostanze tossiche. In caso di abuso cronico di bevande alcoliche, quando la quantità di alcol assunta è troppo elevata per essere metabolizzata soltanto dall’ADH, il CYP2E1 interviene in suo aiuto. Assumere farmaci insieme alle bevande alcoliche è quindi molto rischioso perché usando la stessa via metabolica l’efficacia del processo di detossificazione è ostacolata con conseguente accumulo di sostanze dannose.

È importante sottolineare che un fegato può metabolizzare solo una quantità limitata di alcol all’ora. In media, un fegato sano può metabolizzare circa 12 grammi di alcol puro in un’ora, che corrisponde a una porzione di bevanda standard (un calice di vino o una birra da 330 ml o un bicchierino di super alcolico). Se una persona introduce di bevanda alcolica di quanto il fegato possa metabolizzare, l’alcol si accumula nel sangue e si può arrivare ad un’intossicazione alcolica.

L’eccesso di alcol mette sotto stress il fegato, causando accumulo di grasso (favorendo steatosi epatica), infiammazione (epatite alcolica) e, a lungo termine, cicatrici permanenti (cirrosi) che possono compromettere in modo definitivo la funzionalità epatica.

Quando si consuma alcol in quantità eccessiva o in modo regolare, il corpo non riesce a smaltirlo in modo efficace con effetti negativi anche gravi.

  • L’alcol è una sostanza psicoattiva che deprime il sistema nervoso centrale. Un consumo prolungato può danneggiare i neuroni, causando problemi cognitivi, perdita di memoria e una condizione nota come encefalopatia alcolica.
  • Il consumo eccessivo di alcol favorisce l’aumento della pressione sanguigna e dei livelli di colesterolo, aumentando così il rischio di infarto e ictus, esattamente il contrario di quello che si diceva riguardo agli effetti positivi di un consumo moderato di vino rosso
  • L’alcol è stato classificato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) come un cancerogeno di classe 1. Il suo consumo è associato a un rischio aumentato di sviluppare tumori al fegato, alla bocca, alla gola, all’esofago.
  • L’alcol può creare dipendenza, portando a una condizione nota come alcolismo. Inoltre, può aggravare condizioni preesistenti come ansia e depressione, e aumentare il rischio di comportamenti autodistruttivi.

Per limitare questi rischi, è fondamentale seguire le linee guida. In base alle conoscenze attuali non è possibile identificare delle quantità di consumo alcolico raccomandabili o “sicure” per la salute ma è più corretto parlare di quantità “con minor rischio”. 

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e altre autorità sanitarie, il consiglio è di limitare il consumo di alcol a circa 2 unità alcoliche al giorno per gli uomini e 1 unità alcolica al giorno per le donne 

Un’unità alcolica consiste incirca 12 grammi di alcol puro che sono mediamente contenute in 125 ml di vino, 330 ml di birra o 40 ml di superalcolici o 80 ml di aperitivo.

Consigli pratici per moderare il consumo di alcol

  1. Utilizzare bicchieri più piccoli e misure standard per controllare le dosi ed evitare di esagerare. Spesso si tende a servire più alcol di quanto raccomandato.
  2. Stabilire dei giorni “alcol-free” durante la settimana è un buon modo per ridurre l’assunzione complessiva. Ciò consente al corpo di recuperare e può anche aiutare a rompere l’abitudine di bere quotidianamente.
  3. In molte situazioni sociali, soprattutto quando ravvicinate tra loro, optare per bevande non alcoliche come succo di pomodoro condito, spremuta, succo di pompelmo o arancio, tè, tisane e acqua frizzante possono essere scelte alternative.
  4. Spesso si beve per affrontare lo stress, la noia o l’ansia. Riconoscere queste emozioni e cercare modi alternativi per gestirle, come inserire dell’esercizio fisico all’interno delle proprie giornate o la meditazione, può aiutare a ridurre il consumo di bevande alcoliche. Fare attenzione ai fattori scatenanti.
  5. Decidere in anticipo quanto si vuole bere durante una serata o un evento sociale e cercare di rispettare questi limiti. Può anche essere utile alternare le bevande alcoliche con acqua per ridurre l’assunzione complessiva.

Comprendere come l’alcol viene metabolizzato dall’organismo e i rischi associati a un suo consumo eccessivo è il primo passo per adottare abitudini più sane e imparare a godersi un buon bicchiere di vino in compagnia.

Il consumo consapevole e moderato è una scelta che può prevenire gravi malattie e migliorare la qualità della vita.