Perché lo spuntino fa ingrassare?
Ogni volta che carboidrati, grassi e proteine varcano la soglia dell’ingestione, entrano in azione una serie di meccanismi. Tra questi sono evidenti lo stimolo alla secrezione di insulina e il blocco o la riduzione di quella del glucagone.
L’insulina è l’ormone che permette alle sostanze nutritive passate nel sangue di entrare nelle cellule ed essere utilizzate. È quindi un ormone anabolico, che tende a far accumulare sostanza.
Il glucagone ha l’effetto contrario. La suo secrezione è stimolata dal normale abbassamento della glicemia, fisiologico tra un pasto e l’altro, e per mantenere la stessa nel range ottimale fa consumare ciò che è stato accumulato.
È interessante in questo caso il ruolo del grasso: di esso viene stimolato l’accumulo con l’insulina e la mobilitazione con il glucagone.
La cosa importante da ricordare è che per essere attivato il glucagone impiega circa dalle 3 alle 5 ore.
Il che significa che dei normali pasti ben distanziati gli permettono di lavorare degnamente, mentre continui spuntini ne inibiscono sicuramente in parte il funzionamento.
Esistono elementi di variabilità in questo meccanismo così che mentre un frutto o un vegetale crudo tenderà a dare solo un’inflessione nella secrezione del glucagone, un alimento più complesso (basta comunque lo zucchero della tazzina di caffè) avrà un effetto più significativo.
Lo spuntino, dunque, è un momento che può essere utile e sensato, ma che va comunque letto all’interno di una complessività giornaliera, metabolica e personale, per cui non è detto che mangiucchiare qualcosa ogni tre ore sia il modo migliore per riacquistare la propria forma fisica.