La bartolinite di fine estate
La ghiandola del Bartolini non è troppo conosciuta ma le donne, di qualsiasi età, che hanno avuto una bartolinite la ricordano molto bene. Nelle pagine dedicate alla bartolinite, abbiamo spiegato a fondo cosa succede quando si forma un ascesso nella ghiandola e quali possono essere le forme di trattamento.
In genere il trattamento è a base di antibiotici ad alto dosaggio e spesso si deve ricorrere a una incisione dell’ascesso per consentirne il drenaggio. Se tutto si fermasse lì basterebbe fare “buon viso a cattivo gioco” e capire che in fondo non è successo nulla di irreparabile. Ma quando la bartolinite inizia a ripresentarsi nei momenti più impensati e a creare un disagio importante sul piano fisico e sul piano emotivo e relazionale, allora è necessario riflettere sul problema con una visione più allargata.
Quando capita che una donna debba magari rinunciare a un viaggio perché la ghiandola si infetta due giorni prima della partenza per le ferie o viva malamente il viaggio successivo e la ghiandola si infetta due giorni dopo la partenza, diventa indispensabile cercare altre strade, prima di arrivare ad un intervento spesso fastidioso.
Bisogna per prima cosa risistemare la propria alimentazione in modo da ridurre l’aspetto infiammatorio generale e l’infiammazione da zuccheri e alimenti, identificando gli alimenti responsabili del proprio stato infiammatorio cronico (noi facciamo effettuare il test PerMè, che studia infiammazione da alimenti e da zuccheri), e lavorare attraverso una nuova impostazione alimentare.
La fine dell’estate è un periodo in cui facilmente si manifestano questi disturbi. Una delle concause è l’effetto della glicazione sulle mucose che è particolarmente rilevante. In quasi tutte le infiammazioni delle mucose (dalle vaginiti alle gengiviti) il ruolo degli zuccheri è infatti evidente.
Sarà colpa dell’eccesso di gelati, della troppa frutta o dei troppi aperitivi, ma facilmente fenomeni come le cistiti recidivanti, la candidosi e le infiammazioni della ghiandola del Bartolino si manifestano con maggiore frequenza in questo periodo stagionale.
Di fronte a queste situazioni, per controllare l’infiammazione cronica che facilita lo sviluppo dell’ascesso, vanno valutati i livelli individuali di infiammazione da alimenti e da zuccheri, due delle più importanti forme di infiammazione alimentare, che possono essere misurate efficacemente con il test PerMè, con il Glyco Test e con il Recaller 2.0 Test. Sono alcuni degli strumenti che nel centro SMA in cui lavoro, tutto lo staff medico e nutrizionale utilizza per ottimizzare la salute dei pazienti che ci ricercano.
Voglio ricordare ancora una volta che la relazione con gli zuccheri si altera su base individuale. Ogni persona deve capire il proprio profilo personale e capire quando reintrodurre correttamente gli zuccheri nella propria alimentazione.
L’eliminazione assolutistica viene in genere seguita con fatica per pochi giorni e poi si arriva frequentemente ad una “rottura” delle regole e ad assunzioni anche esagerate.
Solo la personalizzazione e la misura del proprio profilo consente di applicare una medicina di precisione personalizzata che consente di godere anche della compagnia, dell’amicizia, della socialità e degli zuccheri in modo corretto e rispettoso della propria salute.
Come già descritto nell’articolo sulla bartolinite, il supporto integrativo per il trattamento delle forme ricorrenti prevede l’uso di Zinco, Rame e Manganese per migliorare le capacità antinfettive dell’organismo (Oximix 1+ Immuno, una capsula al giorno) che può spesso affiancarsi all’impiego di una compressa al giorno di Glucontrol Base (Zerotox). In molti casi insegno alle mie pazienti a usare l’olio essenziale di melaleuca, sia per applicazioni locali sia prendendolo per bocca. Questo olio è uno dei rimedi antibiotici naturali più efficaci che esista ed è sicuramente una delle armi vincenti nei confronti delle forme ascessuali.