Come agire in caso di Bartolinite?
L’infiammazione della ghiandola del Bartolini è una forma ascessuale molto fastidiosa e piuttosto diffusa, conosciuta anche con il nome di bartolinite.
Capita spesso che dopo un episodio infiammatorio la ghiandola colpita risulti per un certo periodo più gonfia e indurita e possa essere facilmente percepita nel contesto delle piccole labbra nonostante il dolore e l’infiammazione siano completamente spariti.
L’indurimento della ghiandola rappresenta una reazione cicatriziale che nel tempo tende comunque ad attenuarsi fino a scomparire. Si pensi ad esempio a un banale taglio sulla mano: prima sanguina poi trascorsi pochi giorni si forma una cicatrice resistente e spessa che nel giro di qualche settimana si riduce progressivamente fino a diventare sottile e quasi impercettibile.
Lo stesso succede anche nel contesto della ghiandola del Bartolini.
Per velocizzare il processo di guarigione della ghiandola è utile integrare tutti i minerali che favoriscano una corretta riparazione dei tessuti.
Minerali come manganese, rame, zinco e selenio sono di grande aiuto nello stimolare i naturali processi di guarigione: si utilizzerà ad esempio 1 capsula (o un misurino da 5 ml in abbondante acqua o succo) di un prodotto come Oximix 1+ Immuno (Driatec) durante la prima colazione per cicli di circa 2-3 mesi.
Sul piano alimentare è importante ridurre l’infiammazione generale dell’organismo intervenendo sul proprio profilo alimentare e sulla glicazione. Dopo l’effettuazione di uno dei test GEK Lab più indicati (PerMè o Gyco Test), è possibile impostare una dieta di rotazione, seguendo un particolare schema settimanale che rispecchia lo svezzamento infantile e controlla l’eccessiva utilizzazione di zuccheri.