Asma e difficoltà di respiro? Guarire perdendo massa grassa
Per tanti anni allergologi e pneumologi si sono affannati a cercare “all’esterno” il colpevole delle reazioni asmatiche.
Acari, pollini, muffe e derivati animali sono diventati oggetto quasi esclusivo di diagnosi e di terapia, anche se questa impostazione ha fatto un po’ perdere di vista gli aspetti sistemici che possono giustificare una reazione respiratoria come quella asmatica.
Questi allergeni respiratori mantengono ovviamente tutto il loro valore diagnostico e terapeutico, ma per curare e guarire l’asma si devono prendere in considerazione anche tutte le altre condizioni che favoriscono o provocano l’insorgenza delle difficoltà respiratorie.
L’evoluzione scientifica ha portato infatti a scoprire numerose altre cause delle difficoltà respiratorie dovute alla glicazione e alla attivazione infiammatoria, ed Eurosalus ha sempre seguito con attenzione queste evoluzioni.
Fin dal 2006, grazie ai lavori del ricercatore tedesco Brandt, si è capito che l’infiammazione dovuta agli alimenti poteva essere la causa stessa dell’asma, tema ben discusso nell’articolo “Cappuccio e brioche per soffrire di asma”.
Poi si sono scoperti gli effetti della glicazione nelle reazioni allergiche (2017) e l’articolo “Togliendo gli zuccheri scompare anche l’asma” ha decritto pienamente questo tipo di possibilità, di importanza notevole vista la continua e incessante crescita numerica di questo fenomeno.
Il livello di crescita è davvero notevole, tanto che nel centro SMA in cui lavoro vediamo sempre più persone che arrivano all’osservazione riferendo di essere affetti da asma, tosse persistente o difficoltà di respiro, che trattiamo sempre secondo un criterio personalizzato di valutazione del profilo alimentare e della glicazione (test GEKLab).
In questo modo si supera il fatto che le varie indagini batteriologiche, radiologiche o allergologiche diano spesso risultati inconsistenti. Ad esempio è facile trovare persone che non risultano allergiche a nulla o che all’opposto sembrano risultare allergiche a tutto. Comunque senza trovare la soluzione del problema.
L’evidenza di questo aspetto è sintetizzata bene nell’articolo “Né infezione né allergia: la tosse da cappuccio e brioche esiste”. Insomma, sempre più si percepisce una situazione in cui alimenti, pollini, cambi di temperatura, stati emotivi, inquinanti diversi e qualsiasi stimolo esterno, possano essere una “goccia che fa traboccare un vaso”. Questo tipo di meccanismo è decritto in modo dettagliato e preciso nell’articolo “Vaso pieno e allergia” che richiama tutte le ultime ricerche scientifiche che spiegano l’asma e le difficoltà di respiro.
Una volta capito che la reazione asmatica sembra dovuta a condizioni diverse dalla specifica allergia ad un allergene respiratorio, fa solo piacere discutere di un ulteriore ricerca che ha messo in connessione asma e resistenza insulinica.
Un lavoro pubblicato sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine nel giugno 2022 ha valutato la funzione polmonare, la resistenza insulinica e la risposta alla terapia anche longitudinalmente, per un periodo di 5 anni.
Quello che i ricercatori hanno definito è che quando la resistenza insulinica è elevata (metabolismo degli zuccheri fortemente alterato), la situazione clinica diventa davvero complessa. La risposta polmonare peggiora su qualsiasi parametro, e non è necessariamente correlato ai livelli di obesità.
Significa che l’asma è più grave e impegnativo anche se non c’è obesità. Basta la resistenza insulinica e l’aumento di massa grassa viscerale (presente anche nei soggetti magri infiammati) per determinare un peggioramento della funzione respiratoria. migliorando la resistenza insulinica migliora il trattamento.
La buona notizia è che migliorando la resistenza insulinica migliora anche la funzione respiratoria e i fenomeni asmatici vanno sotto controllo.
Per questo, quando trattiamo asma e difficoltà respiratorie nel nostro centro, l’attenzione alla glicazione e alla resistenza insulinica è sempre molto elevata per avere la certezza di un risultato effettivo e veloce. Perdere massa grassa viscerale (anche nei soggetti apparentemente magri) consente di migliorare la funzione respiratoria in modo evidente.
Attraverso il Glyco test (o il test PerMé), si possono individuare i livelli personali di alterazione del metabolismo degli zuccheri che interferiscono nella regolazione del respiro. La glicazione elevata impedisce, tra l’altro, la funzione terapeutica dei broncodilatatori e di alcuni alntileucortrieni usati in terapia.
Ormai non parliamo più di medicina sperimentale ma di certezze scientifiche che obbligherebbero i terapeuti a valutare sempre la glicazione individuale prima di intraprendere una qualsiasi forma di terapia dell’asma.