Troppo zucchero in gravidanza: bimbi a rischio asma e allergie
Sappiamo bene come l’imprinting del nascituro dipenda anche da come la mamma ha condotto la gravidanza.
Uno studio pubblicato sull’European Respiratory Journal ha analizzato la dieta delle madri e la sua relazione con le allergie dei loro figli sette anni dopo la nascita. I risultati sono interessanti, poiché suggeriscono un possibile collegamento tra il consumo di zucchero durante la gravidanza e un aumentato rischio di allergie nei bambini.
Lo studio ha coinvolto 9.000 donne in gravidanza all’inizio degli anni ’90 e i loro figli sono stati testati per l’asma e le allergie comuni, come gli acari della polvere, i gatti e l’erba, all’età di 7 anni.
Durante la gravidanza, alle donne è stato chiesto di fornire informazioni sul consumo settimanale di vari alimenti, inclusi zucchero, caffè e tè. I ricercatori hanno utilizzato queste risposte per calcolare l’apporto di zucchero aggiunto, escludendo gli zuccheri naturali presenti nelle frutta, verdura o latticini.
I risultati dello studio hanno mostrato una correlazione interessante, rivelando che le madri che consumavano maggiori quantità di zucchero durante la gravidanza avevano una probabilità più alta di avere figli allergici.
Gli autori dello studio ipotizzano che l’elevato consumo di zucchero durante la gravidanza sia alla base dell’aumento dell’infiammazione nei tessuti polmonari in via di sviluppo dei piccoli, predisponendo così i bambini alle allergie.
È infatti noto che l’infiammazione legata ai processi di glicazione è correlata allo sviluppo di malattie allergiche. Il periodo prenatale è considerato cruciale per ridurre il rischio di asma e allergie nell’infanzia e diversi studi hanno evidenziato l’importanza della dieta materna durante la gravidanza.
Un altro dato interessante emerso dallo studio è il cambiamento nelle abitudini alimentari nel corso degli anni. Negli Stati Uniti, il consumo pro capite di sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio (HFCS) è aumentato dallo 0% nel 1970 a circa il 30% ai giorni nostri. Gli autori sottolineano che l’epidemia drammatica di asma e allergie occidentali degli ultimi 50 anni è ancora in gran parte inspiegata, ma il cambiamento nelle abitudini alimentari e l’aumento esponenziale di zucchero aggiunto potrebbero essere un fattore critico.
Anche l’Italia presenta lo stesso trend nell’aumento esponenziale di zuccheri e dolcificanti che si trovano nascosti un po’ dappertutto. Ecco perché risulta di fondamentale importanza leggere con attenzione le etichette degli alimenti al supermercato e cercare di fare scelte consapevoli.
Oggi, inoltre, con un semplice test capillare è possibile indagare la presenza di danni precoci da zucchero nella madre, visto che glicemia ed emoglobina glicata da sole non rappresentano buoni marcatori e mostrano una bassa sensibilità nel predire lo sviluppo di diabete gestazionale.
Al contrario la misurazione di Metilgliossale (MGO) e Albumina glicata (AG) permette fin dai primi mesi di gestazione di identificare l’eventuale presenza di danni precoci da zucchero e di definire in modo personalizzato il corretto apporto di nutrienti, carboidrati e zuccheri nella dieta.
Se l’apporto di zucchero è eccessivo o i pasti sono eccessivamente ricchi in carboidrati raffinati, possono essere prese misure per ridurre il consumo e monitorare i parametri, garantendo così un minor rischio di sviluppo di diabete gestazionale, promuovendo una salute ottimale per il nascituro.