Asma sempre più su. Non è solo colpa dei pollini
Nei giorni scorsi Medscape ha inviato a tutti i suoi iscritti una notazione specifica su questo forte incremento della prevalenza asmatica negli Stati Uniti (di solito proporzionale a quella di tutti gli altri paesi occidentalizzati) riprendendo un articolo pubblicato da MMWR (Morbidity and Mortality Weekly Report).
Ricordiamo tra l’altro che questa crescita non è accompagnaa da un parallelo incremento di IgE specifiche nell’organismo. Stanno quindi crescendo forme legate a forme di infiammazione diffusa, legate quindi a meccanismi come quelli dovuti alla via alternativa dell’allergia o alla presenza di allergie alimentari ritardate (intolleranze) come già documentato da Brandt nel 2006 .
La prevalenza dell’asma (per tutte le età) è cresciuta dal 7.3% (che per gli USA significano 20.3 milioni di persone) nel 2001, al 8.2% (24.6 milioni di persone) nel 2009. Il dato, frammentato rileva la forte indicazione di un 13,5% di prevalenza tra i bambini di non elevata condizione sociale.
Oltre che colpire di più tra le persone che si alimentano talvolta in modo insufficiente o inadeguato, proprio tra queste persone troviamo anche le persone che meno si curano o si possono curare per questo problema.
La crisi Americana e mondiale sta portando a scelte qualitative obbligate. Molte persone non possono curare efficacemente i loro sintomi, preferendo scelte sintomatiche a basso costo piuttosto che i costosi nuovi farmaci antinfiammatori inalatori proposti dalle case farmaceutiche.
I ricercatori però potrebbero integrare le conoscenze sull’inquinamento e sull’alimentazione per considerare anche solo due dei tanti aspetti che possono portare all’asma. Per aiutare le persone a riprendere contatto con la propria salute e con la propria autonomia piuttosto che dipendere solo dall’intervento esterno di qualcuno o qualcosa.