Vitaminoterapia e integrazione alimentare

8 Dicembre 2005
Vitaminoterapia e integrazione alimentare

Gli attuali criteri produttivi alimentari portano a costante e progressivo impoverimento i suoli, le acque, le produzioni vegetali e le produzioni animali.

La carne e le verdure che possiamo mangiare sono delle “immagini” di quelle che si potrebbero mangiare con metodi naturali di coltivazione.

Per non parlare dei processi di raffinazione dei cibi: numerosi scienziati, medici e nutrizionisti hanno statisticamente documentato i danni derivanti dall’uso di determinati cibi come lo zucchero raffinato e il pane bianco, senonché quando oggi acquistiamo del pane integrale nella maggior parte dei casi, acquistiamo del pane bianco raffinato a cui, con doppia spesa produttiva, è stata aggiunta della crusca.

Che cosa sono le vitamine
Le vitamine sono sostanze che l’organismo consuma facilmente, ovvero che non sa produrre da solo, indispensabili per il corretto mantenimento del proprio equilibrio.

La Farmacopea ufficiale degli USA ha stabilito in base ai consumi dell’organismo i dosaggi consigliati giornalieri per ogni individuo, ma questi dati hanno valore solamente per individui in buona salute, mentre un soggetto ammalato, o in particolari fasi della vita, può averne un bisogno estremamente maggiore.

Inoltre, per determinate situazioni, non hanno senso i dosaggi giornalieri consigliati, in quanto ci possono essere dei bisogni specifici che superano anche di molto le indicazioni usuali.

Prendiamo per esempio il caso di una donna che faccia uso della pillola anticoncezionale, in questo caso sarà bene che vi sia un’integrazione costante con la vitamina B6 ben più elevata del dosaggio consigliato per l’usuale integrazione; un altro esempio può essere fatto con l’uso della vitamina C, che numerosi autori considerano fondamentale per la prevenzione e il trattamento delle forme tumorali, a dosaggi molto alti rispetto ai fabbisogni giornalieri stabiliti dalla Farmacopea americana.

Come si prendono le vitamine
Essendo i preparati vitaminici delle integrazioni alimentari, è sempre consigliabile assumerli in coincidenza con il pasto. Rispetto ai dosaggi sarà comunque bene non discostarsi da quelli indicati, onde evitare problemi di accumulo oppure di iperdosaggio.

Eventuali iperdosaggi (le megadosi degli americani), a volte effettivamente utili per brevi periodi di somministrazione, devono essere di stretta pertinenza del medico e non devono essere assunti di personale iniziativa.

In genere le vitamine possono essere mischiate tra loro senza problemi, anche se sono di tipo diverso. Ma va saputo quanto meno che la vitamina E e il Ferro sono tra loro incompatibili, e quindi, se è il caso di associarle, le due sostanze vanno prese a distanza di almeno due ore l’una dall’altra; inoltre, è importante conoscere l’interazione tra la vitamina C e l’oligoelemento Rame, che hanno un’azione sinergica: un po’ dell’una, cioè, facilita l’assorbimento dell’altro e viceversa.

Alcune tipiche integrazioni alimentari
Molte persone oggi assumono più o meno costantemente determinate sostanze, di cui è carente l’alimentazione usuale. perché genericamente convinte che “fanno bene”. Ma per non ridurre, o annullare del tutto, la loro efficacia è bene conoscere il modo corretto di utilizzarle.

Argilla
L’utilizzo dell’argilla sta prendendo sempre maggior corpo nella pratica quotidiana e i suoi positivi effetti sono legati all’apporto di microelementi e a un’azione antimicrobica e rivitalizzante. Per l’uso alimentare è bene versare sopra a un cucchiaino di argilla il quantitativo d’acqua necessario per la sua umidificazione alla sera, e prendere poi il composto al mattino, a stomaco vuoto. Anche in questo tipo di integrazione alimentare sono consigliabili sempre delle soste terapeutiche, attuando dei cicli di due, tre mesi seguiti da un mese di riposo. Per usare l’argilla come cataplasma, va invece seguito lo stesso procedimento con un maggior quantitativo di argilla e la si deve poi spalmare in uno strato di circa mezzo centimetro sulla parte interessata; una volta seccata, l’argilla va sciacquata con acqua e non deve più essere riutilizzata.

Crusca
Ci è stata tolta (dal pane e dalla pasta) e, almeno in parte, possiamo riequilibrare questa carenza. Non esiste un dosaggio preciso, in quanto ciascuno deve fare i conti con il proprio organismo e riconoscere gli effetti che determina. Ci si ricordi che la crusca è fattore fondamentale nel ripulire l’intestino dalle possibili scorie presenti, e le scorie non generano solo delle pance piene, ma possono accentuare l’azione di induzione di alcune forme tumorali. È del tutto inutile mangiare della crusca secca, senza idratarla giustamente: se si usano delle tavolette di crusca come integratore, è bene bere con esse un abbondante bicchierone di acqua per umidificare correttamente le fibre senza rubare acqua all’organismo. Può essere presa sia a stomaco vuoto sia in concomitanza con i pasti. Il modo migliore per sopperire alla carenza di crusca è comunque ritornare a un’alimentazione sana fin dall’inizio della coltivazione degli alimenti.

Fermenti lattici
L’integrazione con batteri vivi risveglia nell’organismo alcune capacità di difesa dalle infezioni e riequilibra alcuni stati fermentativi o putrefattivi del contenuto intestinale. Salvo casi particolari, l’integrazione con specifici ceppi batterici non va prolungata per più di venti giorni: è sempre in agguato anche il rischio di un’intolleranza alimentare individuale al prodotto. Dopo un mese di sospensione il prodotto può comunque essere ripreso con tranquillità. L’uso dei fermenti lattici è obbligatorio in concomitanza con qualsiasi trattamento antibiotico: le vitamine del complesso B che vengono abitualmente prescritte contemporaneamente non sono assolutamente sufficienti da sole e non è vero che i due prodotti siano in alternativa l’uno all’altro. È assolutamente importante ricordarsi che i fermenti lattici devono essere presi lontano dai pasti: se si prendono vicino ai pasti, l’acidità dello stomaco è sufficiente a distruggerli completamente; quindi, se si prendono dei fermenti lattici, le dieci del mattino e le cinque del pomeriggio sono in genere gli orari ideali.

Lecitina di soia
Si tratta di un utilissimo integratore per riequilibrare l’apporto di alcuni grassi nobili nell’organismo e quindi riportare in buono stato alcuni metabolismi dei grassi. Il valore terapeutico della lecitina è strettamente in relazione al suo contenuto in fosfatidilcolina e quindi il costo delle varie confezioni dipende anche da questo fattore. È meglio assumerla, masticandola, assieme ad altro cibo e mai quindi a stomaco vuoto; il suo utilizzo può anche essere durevole, con qualche pausa di riposo: per esempio facendo dei cicli di assunzione di tre, quattro mesi seguiti da un mese di riposo. La presenza di intolleranza alimentare alla soia sta crescendo nella popolazione, ed è quindi possibile che per alcuni sia controindicata.

Lievito di birra
È una delle più ricche sostanze alimentari esistenti, in quanto il lievito di birra contiene tutta una serie di microelementi e di vitamine assolutamente indispensabili all’organismo umano. Il vero lievito di birra è molto amaro, e sul mercato italiano ne esistono quindi poche confezioni, di costo abbastanza elevato, ma straordinariamente efficaci. Il lievito più diffuso è in realtà un lievito coltivato su melassa: in quanto tale, è sicuramente più gradevole ed economico, ma meno efficace, benché conservi comunque gran parte del suo potere integrativo. Il lievito va preso preferibilmente a stomaco vuoto, per gli stessi motivi già addotti parlando dei fermenti lattici, ma, a differenza di questi ultimi, se non sì creano dei fenomeni personali di intolleranza, l’assunzione può continuare anche per lungo tempo (cicli di due, quattro mesi seguiti da cicli di riposo).

Miele
Il miele non presenta nessun problema anche rispetto a un’assunzione molto prolungata nel tempo se il quantitativo è modesto; se invece se ne prende tanto, per esempio quattro, sei cucchiai al giorno, vale esattamente quanto sarà detto per il polline. Ci si ricordi comunque che in determinate circostanze una sostanza che non dava problemi fino al giorno prima può all’improvviso determinare dei fenomeni di intolleranza, con conseguenti effetti negativi. In particolare il miele è anche ricco di salicilati naturali, quindi gli intolleranti all’aspirina dovranno usarlo con cautela.

Pappa reale
Nutrimento dell’ape regina, la pappa reale ha in pratica le stesse caratteristiche terapeutiche del polline; è preferibile però attuare dei cicli di terapia di soli quindici giorni, seguiti da almeno altrettanti giorni di riposo, per un utilizzo duraturo. In caso di utilizzo solo occasionale, si può attuare un’assunzione anche più consistente (per esempio mezzo cucchiaino da caffè di pappa reale al giorno, anziché la usuale puntina che è consigliata), ma per periodi decisamente più brevi (cinque, sette giorni e non di più).

Polline
Il polline è un ottimo integratore energetico, che racchiude in sé la potenzialità evolutiva del germe dei fiori. Va quindi benissimo per accompagnare fasi di stress o di particolare affaticamento, oppure di convalescenza, ma il suo uso è da limitare nel tempo: si consigliano quindi cicli di trenta giorni e non di più, a causa dei suoi effetti a volte anche eccessivamente stimolanti, che possono quindi provocare insonnia o irritabilità. Per i soggetti allergici alle graminacee l’uso del polline potrebbe essere controindicato.

Propoli
È una sostanza con un elevato potere farmacologico: una sorta di antibiotico naturale con un’aggiunta di microelementi importantissimi. Può essere di validissimo aiuto in una serie di patologie; in particolare il suo uso è sicuramente indicato in tutte le forme infettive, soprattutto delle prime vie aeree (mal di gola, raffreddori, eccetera). Generalmente è consigliabile usarla sotto la forma di diluizione alcolica al 20%, di cui si possono assumere una ventina di gocce due o tre volte al giorno in occasione degli episodi di raffreddamento. È anche possibile utilizzarla per spennellature o applicazioni locali, tenendo presente la sua tendenza a far seccare le lesioni e la pelle all’intorno, seppure in modo lieve. Non è consigliabile il suo uso sistematico o periodico come integratore alimentare, mentre è utilissima, anche a dosaggi maggiori, per i brevi periodi di fase acuta.