Verginità prima del matrimonio: credenza o bugia?
Ciò che è bene, ciò che è male, passa sempre attraverso le fitte maglie delle credenze e degli ideali del momento. La storia ha visto alternarsi periodi di forte e restrittivo perbenismo ad anni di grande liberazione e “provocazione sessuale”, a cui sono seguiti ancora, come un ciclico carosello, inni al recupero dei valori dimenticati, tra cui spicca, dichiarato e forte, quello della verginità.
È realmente possibile ai giorni d’oggi tener fede al voto di castità?
Con un certo agio lo può essere forse per un religioso che attraverso un percorso di rinunce ai desideri del corpo può trovare altre strade, la meditazione, la preghiera ad esempio, attraverso cui realizzare forme più “elevate” di piacere.
Maggior difficoltà paiono incontrare invece i giovani d’oggi, a ben osservare i risultati di una ricerca pubblicata a Giugno dall’American Journal of Public Health (Rosembaum JE 2006 Jun;96(6):1098-103).
La dottoressa Janet Rosembaum dell’Università di Harvard ha raccolto le dichiarazioni di un nutrito gruppo di teenagers relative alle proprie intenzioni ed abitudini sessuali.
A distanza di due anni di studio i dati appaiono alquanto curiosi. Non pare esserci esitazione da parte dei ragazzi a cambiare le carte in tavola. Molti di coloro che, ad un primo step della ricerca, avevano professato voto di castità ritrattano, e negano di aver mai pronunciato simili pericolose intenzioni; altri invece, inizialmente dichiaratisi sessualmente attivi, si sono professati vergini nella seconda fase dell’indagine.
Risultati che danno da pensare.
Si tratta di bugie? Non proprio. E non semplicemente. Certo è che la verità non pare essere una, unica ed assoluta. Si mostrano all’orizzonte molte verità dipendenti dalla forza che assumono i valori che ci accompagnano in un determinato momento della nostra vita.
Ecco spiegato perché dal punto di vista psicologico certe affermazioni, che per la logica non possono che essere menzogne, si rivestono di una verità personale differente.
Stando alla ricerca, ad esempio, è facile notare una forte correlazione tra un mutamento nelle certezze dei giovani testati, soprattutto a livello religioso, e il modificarsi delle loro dichiarazioni durante il procedere dell’indagine.
Questo “revisionismo sessuale” è frutto quindi dei tempi che cambiano, degli individui che crescono e mutano credenze e ideali, e che mentendo, in verità, intendono solo rifiutare un’identità che sentono ormai lontana da loro, fuori luogo, “scaduta”.
Attenzione però: un rischio molto concreto si cela tra le righe di una realtà che viene plasmata sulla fantasia. Che con le proprie scelte sessuali vengano anche dimenticati i pericoli della trasmissione sessuale delle malattie.
La ricerca citata evidenzia infatti anche questo dato forte: la mente tende a dimenticare ciò che fa paura.
Fantasia, realtà, credenze, bugie: un fatto di pilastri mobili all’interno della nostra vita.
Elisabetta Bühne
Redazione Eurosalus