Un’area ideale per i cani (e i loro padroni)
Chi ha un cane lo sa bene: spesso le aree riservate nei parchi pubblici sono malmesse.
Prati ridotti a distese polverose, sporcizia e la sensazione di trovarsi più nel trascurato recinto per il bestiame che in un punto utile anche per conoscersi.
Certo, non tutte sono così; una a Milano, in particolare, è poi una vera eccellenza. Si chiama Area Cani Milano, fa riferimento ad un’omonima associazione ed è un bell’esempio di un progetto guidato da un gruppo di privati, che ha deciso di prendere in mano una situazione e di aiutare (senza sostituirsi) l’amministrazione pubblica a gestire spazi importanti per la quotidianità delle persone.
Il presidente, Roberto Perissinotto, ci ha raccontato la storia di questa iniziativa.
Quando e come nasce l’idea di Area Cani?
È un’idea nata circa 3 anni fa da persone che si sono conosciute portando fuori il proprio cane. E che hanno constatato una cosa: inevitabilmente, la passeggiata del proprio animale rovina il prato dell’area riservata. Il Comune non riesce a effettuare un’adeguata manutenzione: sia chiaro, non c’è alcun intento polemico da parte nostra. È semplicemente una constatazione, ed è stata la molla che ci ha spinto a unirci per porvi rimedio.
In che modo vi siete uniti?
Costituendo un’associazione, alla fine del 2015: Area Cani Milano, appunto. Vi fanno parte oltre 60 persone, con l’obiettivo di riqualificare un’area dedicata ai cani all’interno del parco Sempione, vicino all’Acquario. Si tratta di un’iniziativa privata basata sul principio di sussidiarietà: il privato interviene laddove emerge una necessità pubblica.
In questo caso, una necessità anche sanitaria.
Sì, ma non è certo l’unico aspetto. Non si tratta solo di tenere in ordine, anche igienico, un’area per i cani, ma di far vita a un progetto di incontro con i nostri animali. Che non sono addestrati, ma che sono comunque idonei a un’interazione con i bambini o i disabili, e capaci di donar loro un sorriso.
Può farci un esempio?
Mi capita spesso che una persona disabile, incontrando il mio cane – Polly -, lo abbracci e sorrida. È un momento importante e anche utile, una sorta di pet therapy fatta però in modo spontaneo, con animali non preparati specificamente. Prevediamo anche iniziative sociali con cani e persone all’interno dell’area.
Da un punto di vista pratico, quali iniziative avete attuato?
Anzitutto il prato rinforzato, quel tipo di erba che si usa per esempio nei principali campi di calcio europei, dotato di una stratigrafia che permette maggior adesione dell’erba al terreno. Abbiamo poi strutturato un’area coperta da una vela e rialzata rispetto al piano del terreno, per i giorni di pioggia. Periodicamente prevediamo di attuare una sanificazione dell’area per evitare la diffusione di malattie. Abbiamo poi diviso l’area in porzioni tematiche, dove far muovere il cane con percorsi di agilità o con la palla.
Il progetto di Area Cani Milano non si sovrappone all’attività del Comune per la gestione dei parchi pubblici?
Il modello che vogliamo applicare è quello dell’«adozione»: c’è un’area pubblica e c’è un soggetto privato che propone un progetto triennale di gestione. Rimangono alcuni ambiti di intervento distinti: se c’è da da sostituire un lampione, ci pensa il Comune; se c’è da ricucire la vela dell’area pioggia e rizzollare il prato, ci pensiamo noi. Però pensiamo che il progetto possa essere un pilota per situazioni analoghe in altre zone di Milano. Il comune ha condiviso positivamente il progetto e stiamo prendendo contatto con sponsor che sono interessati a finanziarlo.