Terapie con i minerali

3 Dicembre 2005
Terapie con i minerali

I minerali rappresentano ormai anche una risorsa clinica e possono contribuire a prevenire e curare numerose patologie coprendo diversi campi di intervento.

Parlare dei radicali liberi significa parlare di prevenzione delle patologie degenerative e soprattutto delle forme tumorali; è ormai documentata l’importanza di un minerale come lo zinco nel controllo dei fenomeni connessi all’invecchiamento, sia sul piano neurologico ed endocrino, sia sul piano del prolungamento delle funzioni vitali.

Ma non si può assumere zinco senza un adeguato controllo, perchè il suo eccesso può determinare effetti addirittura contrari a quelli cercati. L’importante equilibrio del sistema immunitario è mantenuto anche da un corretto bilancio minerale e patologie come la cataratta sono oggi prevenibili con una corretta introduzione dei minerali e delle vitamine che contrastano la sua insorgenza.

Le relazioni che legano l’equilibrio dei lipidi organici, della produzione di colesterolo e della ipertensione arteriosa, sono determinate anche dalla interazione tra alcuni minerali, come il rame, e la vitamina C; l’invecchiamento vascolare può essere rallentato dalla vitamina A e dallo zinco.

La carenza di selenio può determinare disfunzioni cardiache del tutto aspecifiche ma anche di estrema gravità, ed è stato documentato che il rapporto tra iodio e selenio interviene nella accentuazione di fenomeni artritici anche di notevole intensità; conoscere i livelli di questi minerali e intervenire sul loro equilibrio può consentire di riportare l’organismo ad un funzionamento corretto.

Molti dati esistono poi sul rapporto tra cromo e i livelli glicemici e insulinici e il trattamento corretto di una forma iperglicemica non può prescindere da una valutazione di questi equilibri minerali.

Come già segnalato a proposito del rapporto tra iodio e selenio, sovente la carenza grave di un minerale aggrava gli eccessi lievi di altre sostanze; una corretta integrazione terapeutica consente spesso di ridurre la “forbice” che si viene a creare tra i valori di alcuni minerali, riportando l’organismo verso un autonomo equilibrio.

Tutto l’organismo viene riattivato dal punto di vista metabolico, fatto evidenziato dalla transitoria riduzione di valori già bassi, all’inizio del trattamento terapeutico, a testimonianza della ricominciata utilizzazione intracellulare delle sostanze fornite.

È importante sapere che i minerali possono efficacemente intervenire sulla stanchezza, sullo stress fisico e muscolare, nella corretta evoluzione della gravidanza, nelle malattie da immunodeficienza e sulla azione ossidativa dei radicali liberi che determinano l’invecchiamento.

In questo senso il loro equilibrio può assumere una precisa valenza preventiva in numerose patologie.

La pratica clinica ha consentito di evidenziare l’importante azione di prevenzione e di trattamento anche di fase acuta nelle forme infettive; in particolare si sottolinea l’azione sulle patologie da raffreddamento ottenibile con la corretta somministrazione di rame o della associazione tra manganese e rame.

L’azione sulle patologie infettive si evidenzia anche in forme di elevato impegno, come la tubercolosi, giustificata dall’azione dei micronutrienti sul sistema immunitario.

In considerazione dei numerosi effetti ottenibili con un giusto equilibrio minerale, va sempre ricordato che un’analisi minerale consente di entrare in maggiore contatto con il background del paziente, comprese possibili carenze od eccessi alimentari.

Le epidemie di forme artritiche che si sviluppavano in una vasta area geografica della Cina sono state comprese solo grazie alla analisi mineralometrica, che ha consentito di evidenziare un eccesso di selenio a cui risaliva, in realtà, la causa epidemiologica delle sindromi osservate.

La possibilità di rallentare l’insorgenza della cataratta è un buon simbolo di queste possibilità di prevenzione. Se poi si recepisce quanto l’equilibrio minerale possa interferire nelle reazioni allergiche subcliniche che diventano causa di produzione intensa di radicali liberi si comprende l’utilità dei minerali in campo generale, quando sono ben dosati.

L’utilizzazione dei minerali in questo settore clinico è la logica conseguenza delle precedenti indicazioni: i radicali liberi infatti agiscono direttamente anche sull’invecchiamento cutaneo, determinano il deposito di lipofuscine e intervengono sulla tonicità tissutale.

I minerali possono modulare numerosi aspetti endocrini e interferire più specificamente sulla funzione di deiodinazione degli ormoni tiroidei condizionando alcune risposte relative al peso.

Inoltre in quasi tutti i soggetti che riequilibrano il proprio bilancio minerale si evidenzia un rafforzamento dei capelli ed una loro minore caduta.

In campo estetico appare promettente anche l’impiego di minerali in applicazioni topiche, purchè veicolati da un carrier con buona affinità per le proteine cutanee.