Stanno sparendo ottimi farmaci a basso costo
Capita a volte di chiedersi come mai un prodotto con il quale ci si è trovati bene per anni, sparisca all’improvviso. Per gli utenti affezionati e soddisfatti è una sicurezza che se ne va e, troppo spesso, una delusione che arriva, anche perché in molti casi si tratta di cambiamenti vantaggiosi per i produttori, ma non per i consumatori.
Per questo quando, sul finire del 2006, abbiamo appreso che Promedica avrebbe abbandonato la produzione del Clenil Compositum da 50 mcg, uno dei farmaci più utilizzati dagli asmatici, apprezzato per la sua efficacia e il suo costo abbordabile (intorno ai 7 euro), in favore dello stesso preparato nella versione più concentrata (250 mcg) e, quindi, più cara (32,59 euro), abbiamo voluto andare a fondo. Siamo andati a informarci direttamente alla fonte e le risposte, spiace dirlo, ci lasciano un po’ perplessi.
I motivi ufficiali che hanno portato alla sospensione del farmaco più economico e leggero, pare siano di natura (chi l’avrebbe immaginato?) ecologica: il propellente utilizzato per inalare la preparazione, infatti, è a base di quei CFC vietati dal protocollo di Montreal fin dal 1987 le cui scorte sono utilizzabili soltanto entro il 2007.
Così, al numero verde della Chiesi Farmaceutici (casa madre di Promedica) la responsabile del “customer service” spiega che: «L’uscita dal commercio del Clenil Compositum 50/100 dipende dal problema degli eccipienti» mentre il responsabile scientifico spiega che «di fronte alla scarsa disponibilità di CFC abbiamo dovuto scegliere quale dei due preparati tenere in commercio». Perfetto.
Peccato che, se da una parte, la sezione commerciale ci informa che «Cambiare il propellente è un problema non semplice, ma stiamo sviluppando le tecnologie adatte», relativamente alla riduzione della produzione, dall’altra parte, la sezione scientifica precisa che: «Il Clenil Compositum 250/100 contiene ancora i CFC e, poichè non ne riceviamo a sufficienza per tenere in commercio entrambi i Clenil, abbiamo optato per la conservazione del 250/100, anche per rispettare lo stato dell’arte che identifica attraverso le linee guida un dosaggio di steroide quintuplo del precedente come più adatto per il trattamento dell’asma. Per questo la Chiesi ha optato per la preparazione più forte».
Qualche perplessità ci nasce anche dalla definizione delle “linee guida” cioè quei protocolli internazionali che stabiliscono cosa usare per trattare un particolare disturbo. Chi ci legge sa che riteniamo l’asma un sintomo segnaletico di un disordine generale, e non è certo aumentando la dose di cortisone minima necessaria che si risolveranno i problemi degli asmatici.
Quindi improvvisamente ci troviamo privi di un farmaco ottimo che poteva molto serenamente essere utilizzato nei bambini (basso dosaggio di cortisone) e che veniva utilizzato tranquillamente da tutti gli asmatici con un costo “d’esercizio” molto basso. Invece ora il costo del preparato è quasi quintuplicato, e anche se i due prodotti non sono corrispondenti, di fatto tutti coloro che utilizzavano il Clenil Compositum 50/100 ora si sentono dire che il prodotto non esiste più, ma che esiste il 250/100, che ha il vizietto di contenere molto più cortisonico (beclometasone) e di costare (al cittadino o allo stato) quasi cinque volte di più.
Inutile precisare che a Eurosalus siamo i primi a voler contrastare l’effetto serra con l’eliminazione totale delle sostanze inquinanti più nocive, tra le quali i CFC, ma abbiamo anche il dubbio che tante (troppe) scelte che riguardano la salute pubblica, siano fatte per convenienza e non per il bene delle persone che hanno bisogno di cure.
Entrambi i responsabili della Chiesi hanno segnalato che un prodotto molto noto, cioè il Ventolin, prodotto dalla Glaxo, ha avuto la necessità di cambiare il suo eccipiente (CFC) trasformandolo in HFA consentito (Idrofluoroalcani) già nei due anni precedenti. Va detto ad onore del vero che il prodotto costava circa 4,00 Euro prima della trasformazione e costa oggi 4,40 Euro circa a trasformazione avvenuta; la sua evoluzione scientifica non ha determinato gravi spostamenti della “bilancia dei pagamenti”, cosa invece avvenuta per il Clenil compositum.
Pagare infatti un prodotto di così ampio consumo, più di quattro volte il suo prezzo, può impedire a molte persone, abituate alla formula più leggera dei 50 mcg, di poter avere un valido supporto nei momenti critici. Certo, il prezzo, è stato stabilito d’accordo con il Ministero della Salute, ma siamo certi che la decisione abbia tenuto conto delle esigenze dei malati? Nell’attesa di scoprire che cosa accadrà al Clenil Compositum 250/100 quando non potrà più contare sull’apporto dei CFC, restiamo vigili e… critici. Come sempre.