Ricordatevi di correre: aiuta a non perdere la memoria
Che correre (o svolgere qualsiasi altra attività aerobica, all’aperto) sia fondamentale per mantenere la linea lo sappiamo tutti. Che costituisca una misura preventiva essenziale contro l’ipertensione e i danni cardiovascolari lo abbiamo appreso ormai da molto tempo. Che sia utile anche a combattere la depressione, passi. Ma sostenere che correre aiuti la memoria a non invecchiare, questa poi! Verrebbe voglia di rispondere: beh, forse corri un po’ troppo, con la fantasia.
A sostenerlo è tuttavia uno studio scientifico molto serio, condotto da un gruppo di ricercatori della Columbia University di New York in collaborazione con ricercatori del Salk Institute di La Jolla, in California, e pubblicato la settimana scorsa sui prestigiosi Proceedings of the National Academy of Sciences (per un’ampia sintesi del lavoro clicca qui).
Si tratta di una classica ricerca comparata, svolta dapprima su cavie (ratti da laboratorio) e poi su esseri umani. I test sulle cavie hanno dimostrato che un’intensa e regolare attività aerobica potenzia le capacità cerebrali favorendo la costruzione di nuove cellule in una regione dell’ippocampo, chiamata circonvoluzione dentata, di cui sono noti i legami con la memoria (e con il suo indebolimento che, nell’uomo, ha inizio intorno ai 30 anni di età).
Il processo che presiede a questa generazione di nuove cellule è stato documentato sui ratti utilizzando la tecnica dell’Imaging a Risonanza Magnetica (MRI) che, applicata poi a un gruppo di 11 pazienti preventivamente sottoposti a un periodo di tre mesi di intensa e regolare attività aerobica, ha mostrato modelli di azione analoghi. L’esercizio fisico provoca un afflusso particolarmente abbondante di sangue nella regione della circonvoluzione dentata, irrorazione che sarebbe appunto all’origine della costruzione di nuove cellule.
I risultati dello studio, certamente significativi e di grande interesse anche se sarà necessario verificarli con ricerche più approfondite, possono apparire a prima vista sorprendenti. Eppure lo sappiamo da millenni: mens sana in corpore sano.
di Ezio Sinigaglia