Quanto ci si ammala di farmaci?
Il 6,5% dei ricoveri ospedalieri delle persone di età superiore ai 16 anni è dovuto ad effetti indesiderati da farmaci. Si tratta di una cifra spaventosa, la cui drammatica attualità viene messa purtroppo in evidenza da situazioni come i provvedimenti tardivi presi per evitare gli effetti già previsti e prevedibili di un farmaco come il Vioxx.
Uno studio inglese, completato lo scorso anno e pubbblicato lo scorso luglio sul British Medical Journal (Pirmohamed M. et al, BMJ 2004 Jul 3;329:15-19) ha evidenziato questa analisi statistica su quasi 20.000 ricoveri effettuati nel corso di 6 mesi in due grandi ospedali britannici.
Il dato non è sorprendente per noi di Eurosalus, ma deve fare riflettere medici e pazienti, troppo spesso disattenti ai segnali di pericolo che vengono dall’organismo.
Il fatto di usare un farmaco adatto per ogni disturbo, può forse essere utile una volta, per un sintomo isolato, ma quando l’uso si deve ripetere spesso, o a fronte di un sintomo che si cronicizza, è necessario ragionare sulle cause alimentari, emotive o comportamentali che hanno contribuito a determinarlo e cercare, nei limiti del possibile, di modificare queste cause, senza fermare solo il sintomo presentato che in realtà è uin forte segnale e come tale dovrebbe essere interpretato.
Infatti, nel lavoro britannico, l’assunzione dei farmaci che hanno determinato danni è stata giudicata sicuramente evitabile nel 9% dei casi e probabilmente evitabile nel 63% dei casi. I danni sono stati considerati inevitabili solo nel 28% dei casi. Non è poco, tanto più se consideriamo che, nel campione studiato, si è presentata una grave complicanza mortale dovuta a farmaci nel 2,3% dei soggetti.
È vero che non tutte le persone che prendono farmaci hanno effetti collaterali che ne giustificano il ricovero, ma stando a questo attendibile lavoro, ogni 2.000 ricoveri sul territorio nazionale, 130 sono dovuti a farmaci utilizzati come terapia, e 3 persone tra queste arrivano a morirne.
Questo dato non deve certamente portarci a rifiutare l’uso del farmaco quando è necessario e inevitabile, ma sicuramente ci induce a considerare con maggiore attenzione le cause del disturbo e a modificare, ove possibile, soprattutto i comportamenti che possono ridurne l’intensità.