Quando ammalarsi fa male
Da pochi giorni, la pubblicazione sul BMJ di un lavoro effettuato da un gruppo di ricercatori di Berna ha confermato un sospetto presente tra i ricercatori da tempo.
Il lavoro ha evidenziato un aumento di rischio di mortalità nei soggetti con artrosi grave dell’anca e del ginocchio.
Non vuole dire che chi ha male al ginocchio morirà prima di chi ha il ginocchio sano. L’analisi dei rischi ha consentito di capire che l’aumentato rischio di mortalità dipende strettamente dalla riduzione della attività fisica.
Riducendo anche solo la propria abitudine al camminare (senza bisogno di andare in palestra) si rinuncia all’attività antinfiammatoria indotta dalla attività motoria e si accentua una tendenza ad una flessione dell’umore.
Di sicuro un tono dell’umore più elevato e una naturale azione antinfiammatoria sono in grado di migliorare la risposta generale di ogni organismo.
Un imperativo categorico quindi. Ognuno nei limiti delle proprie possibilità, aiutandosi con l’alimentazione, con i rimedi naturali che possono migliorare il quadro artritico (dalla Glucosamina al Pernacanaliculus del Lyprinol, dalla Boswellia alla Curcuma), ma chiunque abbia una malattia cronica che modifica la possibilità di movimento, deve continuare a muoversi, anche se in tono minore, per attivare la propria capacità di guarigione e non aggiungere problemi a quelli già esistenti.